La lotta contro il cancro ai tempi del Covid, una sfida ancor più impegnativa
Il racconto di Angelo Martignetti, direttore di Oncologia di Campostaggia
“Una paziente, a seguito della scoperta da parte della sorella di un carcinoma mammario con mutazione del BRCA, ha potuto effettuare l'analisi genetica a scopo preventivo e ha così scoperto di essere predisposta alla medesima malattia - inizia così il racconto del direttore di Oncologia di Campostaggia Angelo Martignetti - la paziente è stata sottoposta a mastectomia bilaterale con ricostruzione protesica e il risultato istologico dell'intervento ha mostrato un inizio di malattia ancora impercettibile. È inutile sottolineare l'importanza di poter intervenire così in anticipo su un'evoluzione di malattia: la patologia ha un effetto praticamente nullo sulla paziente e questo grazie alla prevenzione. Questo è solo un esempio recente ma ce ne sono tantissimi altri che testimoniano come la conoscenza sempre più approfondita delle alterazioni molecolari alla base della patologia oncologica ci consenta di intervenire con terapie sempre più mirate ed efficaci".
Il 4 febbraio è dal 2000 la Giornata mondiale per la lotta contro il cancro. È la data della consapevolezza, sia dei tanti passi avanti fatti da quando è stata istituita sia della strada che resta da fare per sconfiggere questo male. In questi ultimi due anni poi, i malati di cancro e i sanitari che li assistono hanno dovuto fare i conti anche con l’emergenza Covid.
Martignetti questo impegno lo vuole sottolineare: “Pur essendo ancora in stato di emergenza pandemica, posso dire che i protocolli adottati e l'essere riusciti, sebbene con sacrificio, a mantenere un elevato livello organizzativo ha permesso non solo la somministrazione delle cure ai pazienti ma anche il continuo screening di prevenzione. La pandemia per certi aspetti ci ha costretto ad imparare a lavorare in maniera diversa ma non meno efficace come, ad esempio, con l'ausilio di riunioni multidisciplinari per la discussione dei casi in videoconferenza. Mi sento di evidenziare, a questo proposito, la proficua collaborazione con i colleghi dell'equipe della Chirurgia senologica diretti dal dottor Donato Casella e con tutti i componenti del gruppo multidisciplinare di Senologia dell'Azienda ospedaliera senese con i quali ci confrontiamo, in videoconferenza, per stabilire insieme la migliore strategia di trattamento per le pazienti con carcinoma mammario.
In questo periodo siamo riusciti a portare avanti le sperimentazioni cliniche che consentono ai pazienti di ricevere cure innovative non ancora registrate. Infine, la nostra attenzione è sempre rivolta anche alla qualità di vita dei nostri pazienti: abbiamo attivato un servizio di medicina complementare che con il supporto dell'agopuntura, della fitoterapia, dell'omeopatia e della terapia dietetica, attenua i sintomi della malattia e gli effetti collaterali dei trattamenti.
Termino con una raccomandazione: non si deve avere paura di vaccinarsi contro il Covid. Nel nostro reparto, abbiamo contattato i nostri pazienti in trattamento ed il 99% di questi è stato vaccinato. Sebbene alcuni di loro abbiano contratto il Coronavirus, nessuno ha riportato conseguenze gravi come, invece, purtroppo, è accaduto a 2 pazienti che, avendo rifiutato il vaccino, sono stati ricoverati per polmonite. È frustrante vedere che persone che affrontano con coraggio cure importanti per patologie gravi arrivino a rischiare la vita per il rifiuto irrazionale del vaccino”.
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Pubblicato il 4 febbraio 2022