La pace di Vico d'Elsa: cosa può spiegarci ancora su Semifonte e sul nostro territorio
Semifonte non nacque e non ebbe nel corso degli anni l'intento di contrastare Firenze e di liberarsi dalla grande città una volta per tutte; e nemmeno Firenze voleva combattere direttamente Semifonte e annientarla perché ormai era la diretta concorrente al dominio. Il motivo dello scontro che si è perpetuato e delle varie alleanze dei paesi limitrofi, qualcuno con Semifonte, altri con Firenze e alcuni addirittura con Siena, è di ragione economico commerciale
Nei giorni 2 e 3 aprile del 1202 a Vico d'Elsa si metteva la parola fine sulla lunga e dura battaglia tra Semifonte e Firenze che ha segnato la storia, le influenze e l'identità di Tavarnelle e Barberino e dei paesi limitrofi.
La leggenda
Circa mille anni fa gli abitanti di Semifonte canzonavano Firenze declamando sotto le sue mura "Firenze fatti in là, Semifonte si fa città", testimoniando così una graduale crescita politica ed economica. Firenze ordì un inganno, mise sotto assedio Semifonte e la distrusse.
La storia
Secondo quanto riportato nei testi Nel cuore della Toscana collinare e Semifonte in Val d'Elsa e i centri di nuova fondazione dell'Italia medievale, le vicende storiche con le quali si giunse al trattato di Vico d'Elsa hanno delle sfaccettature diverse e hanno lasciato dei segni importanti al di là della grande battaglia in sé e il mito "Semifonte vs Firenze". Semifonte non nacque e non ebbe nel corso degli anni l'intento di contrastare Firenze e di liberarsi dalla grande città una volta per tutte; e nemmeno Firenze voleva combattere direttamente Semifonte e annientarla perché ormai era la diretta concorrente al dominio. Il motivo dello scontro che si è perpetuato e delle varie alleanze dei paesi limitrofi, qualcuno con Semifonte, altri con Firenze e alcuni addirittura con Siena, è di ragione economico commerciale e di paura di diversi influssi nei paesi vicini. L'area dov'era Semifonte era uno snodo cruciale per la Val d'Elsa, la Val di Pesa, il Chianti e anche il pisano. I fiorentini avevano paura non tanto dell'avvento "di una nuova grande città" (cosa che probabilmente non sarebbe mai accaduta), ma alla perdita di contatti commerciali importanti e di equilibri di controllo su quelle nervature comunicative nevralgiche tra Val d'Elsa e Val di Pesa, che probabilmente potevano spostarsi anche di più sul versante senese visto l'influsso che Siena aveva per certi aspetti sulla vicina Poggibonsi.
E tutt'oggi tutte queste vicende e l'arrivo finale della pace e in seguito la pace di "Yalta" presso Poggibonsi per il regolamento dei confini, ci spiegano come si siano disposti i territori (a livello provinciale) e gli influssi che hanno portato nella parlata e nei rapporti con le città maggiori: infatti si può notare ancora oggi come Barberino e Tavarnelle, oltre al fattore provinciale, abbiano una parlata molto più fiorentina nonostante siano a pochi passi da Poggibonsi. E come invece la stessa Poggibonsi sia in una situazione di mezzo avendo avuto l'influsso di entrambe ma più distaccata da Firenze, pertanto la parlata è un sorta di via di mezzo.
Carlo Busini
Nella foto la Battaglia di Semifonte raffigurata da Massimiliano Bernardi
Pubblicato il 3 aprile 2017