La Polizia Provinciale della Città Metropolitana di Firenze e il suo raggio di azione
Le attività spaziano dai controlli sulle strade alla vigilanza ittico-venatoria
La Polizia Provinciale è nata formalmente soltanto negli anni Ottanta del secolo scorso, ma le origini del corpo vanno ritrovate nei primi anni del Novecento. Nel 1907, nell'allora Regno d'Italia, infatti, furono istituite le cosiddette "guardie delle provincie e dei comuni" dando facoltà ai comuni stessi di poter provvedere alla vigilanza dei regolamenti locali a mezzo proprio personale che doveva essere preventivamente riconosciuto in possesso di titoli e requisiti necessari. Nel 1986 una legge nazionale portò alla scissione dalla Polizia Municipale e tre anni dopo il Consiglio dell'allora Provincia di Firenze istituì il Corpo di Polizia Provinciale quale corpo di vigilanza istituzionale dell'Amministrazione.
Nel 2015, con la nascita della Città Metropolitana, alcune delle funzioni originarie del corpo sono andate perdute, ma ne restano altre di notevole importanza. Ad oggi la Polizia Provinciale svolge funzione di vigilanza in materia di Codice della strada e in ambito ittico-venatorio in convenzione con la Regione Toscana, senza dimenticare i di controlli sul TPL e sulle attività legate al turismo. Per quanto riguarda l'attività su strada, un importante lavoro viene svolto sulla FiPiLi, dove la Polizia Provinciale della Città Metropolitana si occupa in particolar modo dell'osservazione dei limiti di velocità e delle relative contravvenzioni. La gestione delle postazioni, sia fisse che mobili, sono di competenza del Corpo. Un altro importante contributo è stato offerto in questo periodo di pandemia, con l'utilizzo di operatori per facilitare l'accesso TPL al momento del rientro a scuola degli studenti.
L'altro grande settore di cui si occupa la Polizia Provinciale è quello ambientale. La vigilanza venatoria si occupa in particolar modo del monitoraggio di animali di media e grossa taglia. Sempre più spesso negli ultimi anni vengono avvistati caprioli e cinghiali nelle vicinanze di centri abitati, strade, campi coltivati e vigneti. Per quanto riguarda i primi, l'operazione prevede la cattura mediante reti ed il ricollocamento nell'area protetta del Parco Mediceo di Pratolino. Più complessa la cattura dei cinghiali, che avviene mediante l'utilizzo di grande trappole collocate nelle zone periferiche dei centri abitati, dove la città di mescola alla campagna. La vigilanza ittica ha portato gli operatori della Polizia Provinciale a lavorare sui più importanti specchi d'acqua del territorio, dall'Arno al Lago di Bilancino. La preservazione delle aree naturalistiche protette, la lotta contro il bracconaggio, che attua la pesca di frodo con mezzi non consentiti, ma anche il controllo delle imbarcazioni. Un modo per preservare l'ecosostenibilità di fiumi e laghi della Città Metropolitana.
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Pubblicato il 24 agosto 2021