La Scossa cambia Presidente. Peruzzi: «Una volta indossata la maglia gialla, rimani giallo per tutta la vita»

L'aveva detto e l'ha fatto davvero. Valerio Peruzzi si è dimesso dalla carica di Presidente de La Scossa, che ricopriva da circa due anni e mezzo. L'Associazione, conosciuta da molti in Val d'Elsa per i campi estivi, ma anche per gli eventi che nel tempo hanno contribuito a vivacizzare e valorizzare la città, è stata per lui una vera e propria famiglia, con cui ha condiviso momenti di difficoltà e grandi soddisfazioni. L'abbiamo incontrato per scambiarci quattro chiacchiere

 
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Allora Valerio, come mai hai deciso di lasciare?

«E' stata una decisione abbastanza improvvisa. Mi sono reso conto di non avere più il tempo che ci vuole per fare le cose nel modo a cui sono abituato, cioè mettendoci tutto me stesso, senza lasciare niente a metà. Essendo al sesto anno di Medicina a Siena e a pochi esami dalla laurea, ho deciso di dedicare quest'anno principalmente all'Università, perché essere Presidente di un'associazione come La Scossa, che è cresciuta tantissimo negli ultimi anni, significa essere impegnato quasi tutti i giorni (mentalmente almeno). Mi sento di aver dato tutto quello che potevo dare e adesso è giusto dare il via a un ciclo nuovo e lasciare anche ad altri la possibilità di fare quest'esperienza che secondo me è bellissima».

Questo significa che non farai più affatto parte de La Scossa?

«Chiunque negli anni è passato attivamente dalle fila dell'associazione conosce già la risposta a questa domanda. Una volta che hai indossato la maglia gialla, rimani giallo per tutta la vita. Anche i più grandi, che per svariati motivi non possono più essere presenti come una volta, continuano sempre a seguirci, ci supportano, ci danno ancora consigli. Ormai hanno lo "spirito Scossa". Chi ne ha fatto parte anche per un breve periodo sa che quest'associazione ti rimane dentro. In occasione dell'ultimo direttivo, quando ho dato le dimissioni, ho comunque fatto presente che mi piacerebbe continuare a dare una mano e a dare il mio apporto».

Ripercorriamo insieme questi due anni e mezzo in cui hai rappresentato l'associazione. Qual è stato l'episodio che ricordi con più soddisfazione?

«In questi due anni e mezzo sono state tante le soddisfazioni condivise. Con tutti i ragazzi che si sono messi a disposizione sacrificando il loro tempo e le loro energie. In ogni evento organizzato e portato avanti, dai campi estivi e ColleMaschere ai corsi per animatori, ci sono stati tanti momenti che ricordo con gioia. Se però ne dovessi scegliere uno, pescando tra i più nitidi, direi che il più bello è stato la sera della Notte Gialla, perché è stata la dimostrazione concreta che un gruppo di ragazzi può, se vuole, veramente fare tutto. In un momento come questo di "fame da social network", in cui mi sembra sia sempre più difficile trovare giovani spronati a fare qualcosa e attivi, è stata una bella prova. Con la giusta organizzazione, un certo tipo di passione e tanto tanto sacrificio, siamo riusciti a far rivivere Colle come non succedeva da anni. Le persone che mi fermavano per strada quella sera ci ringraziavano, c'hanno riempito di complimenti. A metà serata, quando mi sono guardato intorno, ogni angolo di Piazza Arnolfo era letteralmente invasa di persone. Lì ho veramente capito quello che avevamo realizzato».

E invece il, chiamiamolo così, "dispiacere" più grosso (se c'è stato)?

«In due anni e mezzo, con un'associazione che ha avuto anche 70 associati che sono soprattuto ragazzi, è ovvio che ci siano sia alti che bassi. Il bello è anche riuscire a trovare il modo di andare avanti, nonostante tutte le difficoltà che il mondo ti mette davanti sotto ogni aspetto. Se dovessi trovare il momento che mi è dispiaciuto di più... quando, senza praticamente aver detto niente a nessuno, al discorso della cena di raccolta fondi che abbiamo organizzato a novembre, ho annunciato ufficialmente a tutti i presenti che mi sarei dimesso da Presidente. Vedere la faccia dei ragazzi che non sapevano nulla e lo scoprivano così m'è dispiaciuto, però per me era l'unico modo per poi non tornare indietro».

Quali difficoltà hai incontrato lungo la strada?

«Una delle difficoltà più grosse, che è aumentata negli ultimi anni e che purtroppo soffrono anche le altre associazioni con cui siamo in contatto, è sicuramente reperire le risorse per creare un evento o realizzare un'iniziativa. Non bastano più il tempo messo gratuitamente a disposizione dai soci, né le piccole cifre che autonomamente riusciamo a mettere sul piatto. C'è sempre bisogno di un sostegno economico che negli anni passati era molto più semplice ottenere sia dalle amministrazioni (adesso in una fase di chiusura dei rubinetti), sia dai commercianti. Ecco, quest'atteggiamento di chiusura, soprattutto dalle istituzioni, per certi aspetti può anche essere giusto, ma rischia di tagliare le gambe alle buone idee. Un esempio recentissimo che posso riportare riguarda ColleMaschere 2017. Quest'anno sarebbe la sesta edizione. Proprio nei giorni scorsi il comitato organizzatore si è riunito per capire la volontà dell'Amministrazione e le risorse disponibili da parte dei commercianti.

Sfrutto l'occasione perché ci tengo a evidenziare l'operato di tutte le associazioni in questi anni, perché solo grazie a loro certe belle manifestazioni sono diventate possibili. Bisogna stare attenti a non dare per scontato l'impegno di tanti volontari, perché senza l'interessamento delle istituzioni e della cittadinanza rischia di spegnersi».

E' stata già individuata la persona che prenderà il tuo posto?

«A breve sarà indetta una nuova assemblea dei soci, dove verranno individuati i membri del direttivo dal quale poi verrà eletto il nuovo presidente o la nuova presidentessa (nel caso, sarebbe la prima presidentessa donna de La Scossa e... saremmo anche più avanti degli Stati Uniti d'America!)».

Cosa vorresti dire ai tuoi compagni d'avventura?

«Più che compagni d'avventura li chiamerei amici. Perché non c'è altro nome per definire il rapporto che si è instaurato negli anni. Si è creato un gruppo fantastico di persone che ha sempre portato avanti tutte le idee che potevo tirar fuori, anche le più strampalate. Quindi mi sento di ringraziarli. Sono tantissimi, però ci tengo in particolare a ringraziare tutti i membri del direttivo e soprattutto Federico Moroni, che è stato al mio fianco in quest'esperienza, occupandosi della parte amministrativa dell'associazione e rendendosi disponibile a qualsiasi ora del giorno e della notte. Poi Viola Cappelli, Fausto Franchi, Luca De Giuli, Mario Pinna, Irene Pica, Roberta Gazzarri, Francesca Fedeli, Francesca Cancelli, Alberto Maroni, Elisa Cappelli, Giulia Iozzi, Daniela Lapenta. Senza di loro e senza i ragazzi più giovani tutto quello che abbiamo fatto non sarebbe stato possibile. Ne approfitto anche per ringraziare tutte le associazioni che in questi anni si sono affidate a La Scossa, in particolar modo la Pubblica Assistenza di Colle di Val d'Elsa, e che in tutti gli eventi ci sono sempre venuti dietro, collaborando con noi».

Nella foto di Mind GAP: Valerio Peruzzi, in un momento del concerto dei The Harlem Voices, organizzato da La Scossa

Pubblicato il 26 gennaio 2017

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