La Toscana si prepara a riaprire la caccia. Wwf: «Un attentato alla fauna in un momento importante»
«Il 2 di settembre, in contrasto con ogni logica di conservazione e con le indicazioni del mondo scientifico, i cacciatori toscani si riverseranno nelle nostre campagne per sparare a tortore, colombacci, merli, cornacchie, gazze, ghiandaie e, nelle Province da questo punto di vista peggiori (Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia) anche ad alcune anatre (germano, marzaiola, alzavola). Sarà la solita sparatoria intorno ai campi di girasole o alle pozze d'acqua per sterminare la nostra povera avifauna».
Con queste parole il Wwf (World Wide Fund For Nature) toscano commenta con una nota stampa la scelta della Regione di approvare l'apertura anticipata della caccia.
«L'apertura anticipata è una pratica del tutto illogica - spiegano -, dannosa, criticata da anni dal mondo scientifico. Grazie alle proteste delle Associazioni ambientaliste e ai pareri del mondo scientifico, negli anni si è arrivati ad una netta riduzione delle giornate di preapertura, scese solo ad una, ma ancora la preapertura viene concessa e anche una sola giornata è estremamente grave per la nostra fauna».
«L'apertura anticipata - prosegue il Wwf - è infatti un tipo di caccia di gravissimo impatto sulle specie oggetto di prelievo, come la tortora, alcuni anatidi (germano, alzavola, marzaiola), il merlo e il colombaccio, ma anche su molte altre (comprese specie protette e particolarmente protette) per numerosi motivi:
- si apre la caccia in tarda estate, in un momento particolarmente delicato nel ciclo biologico di molte specie e quando molti giovani dell'anno non sono ancora maturi;
- si comincia a sparare quando sul nostro territorio sono presenti ancora molte specie protette migratrici, che possono così essere oggetto di sicuro disturbo e di possibile (purtroppo anche in questo caso in modo pressoché sicuro) anche danno diretto;
- si caccia in una situazione di fine estate in genere caratterizzata da scarsità di risorse idriche e trofiche e quando gli uccelli migratori si stanno preparando al grande volo di ritorno al sud, con le conseguenze che ciò ha sulla fauna;
- in particolare per gli anatidi non sono ancora giunti i contingenti migratori dal nord e quindi il prelievo si concentra sulle poche coppie nidificanti sul nostro territorio. Inoltre le femmine in buona parte non hanno ancora completato la muta delle penne e hanno difficoltà di volo».
«Viene inevitabile una domanda: perché? Perchè tutto questo? Perchè sacrificare il patrimonio naturale di tutti al truce "divertimento" di chi dice di amare la natura sparandole? La risposta - così termina la nota - dovrebbero darcela i nostri politici, che hanno approvato ancora una volta la preapertura, invece di dire quel doveroso "basta", che noi (e la nostra fauna) chiediamo e aspettiamo da anni».
Pubblicato il 31 agosto 2015