Lasciano il cane sul balcone e muore di freddo
LNDC denuncia i proprietari: ''Auspichiamo sentenza esemplare''
Nonostante l’arrivo del freddo intenso di questo ultimo periodo, un cane di razza chow chow è stato lasciato su un balcone per giorni, esposto alle intemperie senza un adeguato riparo. I vicini hanno segnalato la situazione alle forze dell’ordine e sul posto sono intervenute le guardie zoofile di un’associazione locale, constatando le gravi condizioni in cui versava il povero animale. Le GZ sono riuscite a ottenere dal proprietario di portare il cane urgentemente dal veterinario ma, nonostante le cure, il cane è deceduto il giorno dopo il ricovero. I proprietari del chow chow sono stati denunciati per maltrattamento e abbandono di animale.
“Stando a quanto riportato, il proprietario avrebbe detto che non poteva occuparsi del cane e portarlo fuori per motivi di lavoro”, fa sapere Piera Rosati - Presidente LNDC Animal Protection. “Questo sarebbe un buon motivo per far morire letteralmente di freddo il proprio cane? Praticamente tutti quelli che vivono con un cane hanno un lavoro ma riescono comunque a trovare il tempo di occuparsi del proprio animale. Inoltre, i proprietari erano una coppia, quindi anche a turno potevano fare in modo di dargli le attenzioni di cui aveva bisogno. Ma qui il punto è proprio che loro, con il loro cane, non ci vivevano ma l’avevano segregato fuori casa, senza nemmeno un riparo. Per loro era inesistente. Mi chiedo sempre perché persone come queste vogliano prendersi un animale, dato che non sono per niente interessate al suo benessere”.
“Tra l’altro, riguardo al perché e come questo povero cane è finito in mano alle persone sbagliate, è emerso anche un altro fatto interessante. Dalle ricostruzioni fatte, il cane è risultato importato dalla Bulgaria ma non è mai stato registrato in Italia. Ecco quindi un altro scempio compiuto dal traffico illegale di cuccioli dall’est Europa e dalla compravendita sregolata di animali, come se fossero oggetti. Quando si va a comprare un maglione in un negozio nessuno chiede come verrà trattato e, purtroppo, lo stesso succede spesso per gli animali. Per questo resteremo sempre contrari alla vendita di animali, dato che non sono oggetti. Se proprio si vuole continuare a fare questo tipo di compravendita, è necessario che quanto meno venga regolamentata in maniera tale da tutelare questi poveri esseri senzienti ed evitare che finiscano nelle mani sbagliate, come in questo caso”, continua Rosati.
“Ovviamente, come sempre, il nostro team legale si è unito alla denuncia già sporta nei confronti della coppia proprietaria del povero chow chow e cercheremo giustizia per lui. L’art. 544-ter del Codice Penale punisce il maltrattamento di animali con la reclusione da 3 a 18 mesi, con pena aumentata della metà se il maltrattamento causa la morte dell’animale. Auspico che la sentenza sia esemplare e lanci un messaggio chiaro di tolleranza zero per questi comportamenti”, conclude Rosati.
In foto un'immagine di repertorio di un chow chow, come il cane protagonista di questa tragica vicenda
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Pubblicato il 15 dicembre 2021