Le tradizioni perdute di Pasqua a Colle e Casole
Abbiamo indagato su quelle che sono le tradizioni e quelle che erano le usanze nella Valdelsa fino ad alcuni anni fa
Il giorno di Pasqua è da sempre un giorno carico di significato e di spiritualità. Sicuramente per la tradizione cristiano cattolica una festività ben più importante rispetto al Natale.
Abbiamo indagato su quelle che sono le tradizioni e quelle che erano le usanze nella Valdelsa fino ad alcuni anni fa.
Nello specifico di Colle di Val d’Elsa e di Casole d’Elsa, abbiamo intervistato due “informati sui fatti”.
Roberto Menicucci, di Casole d’Elsa, ricorda bene che durante il giorno di Pasqua venivano scoppiati dei petardi davanti alla chiesa.
«Venivano innescati - afferma Menicucci - dei mortaretti in terra, nella piazza fuori dalla chiesa. Venivano scoppiati al Gloria, all’Alleluia e poi alla fine della messa, alcune volte anche al Santo. Questo avveniva solo durante la notte del sabato santo. Poi non essendo più una tradizione in regola ed anche facendosi male in due o tre furono abolite queste usanze. Manca un po’ questa tradizione a Casole, anche perché era un’usanza antichissima».
Per quanto riguarda Colle di Val d’Elsa sia Mino Paradisi che Stefano Cinci affermano che ogni macelleria portava dei “buoi in mostra” per tutta Colle. Così da poterli far vedere a chi era interessato a comperarli durante la settimana di Pasqua. Questo accadeva alla vigilia di Pasqua dove si portavano i buoi e le vacche “tirate a lucido” e tutte infiorate in città, nello specifico in Piazza Arnolfo. Oltre a questo i macellai allestivano le vetrine dei propri negozi. Tutti camminavano e mostravano i propri animali per Colle per poter vedere i propri buoi.
Nella vetrina dell’antico macellaio “Bondi” c'era, addirittura, un agnello che andava in bicicletta, logicamente morto. Per quel periodo era tutto normale. Paradisi e Cinci affermano che ripensandoci, oggi tutto ciò crea una certa impressione.
Lodovico Andreucci
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Pubblicato il 3 aprile 2021