Leggere dietro le sbarre: una realtà da conoscere. Se ne parla a Certaldo

«Il carcere in epoca moderna passa dalle punizione corporali (fino al Seicento/ Settecento) al carcere come pena per eccellenza (Ottocento)», spiega Valentina Mancini

 
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Leggere dietro le sbarre è possibile? E soprattutto, può l'istituzione carceraria essere davvero luogo di rieducazione se non è garantito l'accesso al prestito e alla lettura di libri? E' anche facendosi queste domande che Valentina Mancini ci porta dentro il mondo della lettura in carcere con “La biblioteca di Caino - Realtà e storia delle biblioteche carcerarie italiane” (Ibiskos Risolo, pag.168, collana Helianthus, Narrativa). Il libro verrà presentato sabato 12 novembre 2016, alle ore 16.00, presso la biblioteca comunale Bruno Ciari. Interverrà l'assessore all'educazione permanente e integrata del Comune di Certaldo, Jacopo Arrigoni.

Valentina Mancini, originaria di Firenze, laureata in scienze archiviste e biblioeteconomiche all'Università di Firenze con il professor Mauro Guerrini, da quasi un anno lavora presso la biblioteca Bruno Ciari grazie al tirocinio attivato nell'ambito di “Garanzia Giovani”.

«Il carcere in epoca moderna passa dalle punizione corporali (fino al Seicento/ Settecento) al carcere come pena per eccellenza (Ottocento), fino all'idea di luogo di rieducazione e reinserimento grazie ad attività lavorative e culturali. In questo contesto ho cercato di costruire una piccola storia delle biblioteche carcerarie, dalla nascita ad oggi, illustrato con documentazione che ne promuove lo sviluppo e recapiti di alcune delle biblioteche. Si parla infine del “perché” queste biblioteche devono esistere e dei benefici che portano. Ne esce una visione totalmente diversa di carcere, l’importanza delle biblioteche carcerarie, ed una visione profonda e umana del problema».

«La diffusione delle biblioteche carcerarie in Italia negli ultimi decenni ha visto una crescita paragonabile a quanto avvenuto tra anni Sessanta e Ottanta per la biblioteca pubblica – spiega nella prefazione al libro Mauro Guerrini – ma alla primavera è seguito un rapido autunno, se non in tutto il Paese, certamente in molte realtà. Valentina Mancini riporta alcune testimonianze dell’operato di queste biblioteche, le loro difficoltà a offrire un servizio educativo in modo efficiente, costante, diffuso. L’obiettivo del libro è raccontare una storia, frammista di realtà e sogni, e soprattutto provare a far comprendere il motivo per cui le biblioteche carcerarie sono importanti e, magari, aprire uno spiraglio di speranza in tutti».

Per informazioni: http://www.ibiskoseditricerisolo.it/catalogo/narrativa/la-biblioteca-caino/

Pubblicato il 10 novembre 2016

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