Leggere in ospedale: l'importanza della Biblioteca 'Parole Accanto' di Campostaggia

La biblioteca in ospedale si trova proprio all'ingresso, dietro all'accoglienza. E' rivolta ai degenti, al personale infermieristico e medico e ai visitatori. Offre servizio di prestito di libri, consultazione in sede, servizio circolante di prestito nei reparti e in corsia, servizi di lettura ad alta voce, servizio di informazione bibliografica. Vi si possono trovare romanzi, gialli, saggistica, fumetti

 
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​L'anno scorso, più o meno di questo periodo, abbiamo intrapreso un percorso attraverso le biblioteche della Val d'Elsa, raccontando con degli articoli dedicati le loro particolarità. Ce n'era sfuggita una, più speciale delle altre, perché svolge una funzione sociale ancora più importante e preziosa. Stiamo parlando della Biblioteca "Parole Accanto" dell'Ospedale di Campostaggia. Il progetto, nato nel 2010, sostenuto dalla Regione Toscana, è stato promosso dal Comune di Poggibonsi, dall’Azienda USL Toscana Sud Est e dal Comune di Colle Val d’Elsa con il supporto degli operatori delle associazioni di volontariato del territorio. 

La biblioteca in ospedale si trova proprio all'ingresso, dietro all'accoglienza. E' rivolta ai degenti, al personale infermieristico e medico e ai visitatori. Offre servizio di prestito di libri, consultazione in sede, servizio circolante di prestito nei reparti e in corsia, servizi di lettura ad alta voce, servizio di informazione bibliografica. Vi si possono trovare più di mille libri: romanzi, gialli, saggistica, fumetti, storia locale.

Le persone che la animano sono di Colle di Val d'Elsa, di Poggibonsi, di Casole. Tutti loro fanno già parte di un'altra associazione di volontariato del territorio (unico requisito necessario per la partecipazione) e dedicano il proprio tempo per mantenere il servizio aperto tutte le mattine, dal lunedì al venerdì. I volontari sono: Giovanna Giorli (Misericordia di Poggibonsi), Marco Ravenni (Pubblica Assistenza Colle), Oriana Rocchi (Biblioteca Colle), Graziana Barbato (Biblioteca Colle), Dina Carli (Biblioteca Colle), Patrizia Bogi (Biblioteca Colle), Francesco Manzi (Pubblica Assistenza Poggibonsi), Gianna Calattini (Pubblica Assistenza Poggibonsi), Maura Baldini (Auser Poggibonsi), Sergio Giubbolini (Auser Poggibonsi), Renzo Lenzerini (Auser Poggibonsi), Rosaria Vaccarella (Auser Poggibonsi).

Francesco, Sergio e Giovanna (nella foto sotto) sono stati i fondatori. «Volevo fare volontariato - spiega lei - e ho pensato di unire la mia passione per i libri a questo progetto, quando nel 2010 mi dissero che sarebbe nato. Le persone ci accolgono bene, alcuni ci aspettano proprio. Non mi è mai capitato che qualcuno ci mandasse via in malo modo. Se un giorno mi succede, per motivi personali o di salute, di non poter venire, sento che mi manca subito qualcosa. E' una grande fonte di arricchimento personale».

Ognuno di loro ha un aneddoto da raccontare su questa esperienza, un motivo di particolare soddisfazione che li fa sentire utili e orgogliosi. Come quella volta in cui Sergio si è trovato a dover soddisfare le richieste di una paziente straniera che cercava un libro in lingua inglese e che si è poi complimentata con lui per la qualità del servizio. O come quella volta in cui Francesco, valdelsano d'adozione, ha pensato di esportare questo progetto nel centro ospedaliero del suo paese d'origine, in Lucania.

«Al di là dell'obiettivo principale della biblioteca, che è promuovere la lettura, questa è un'esigenza - dice Sergio -, che ci viene ripagata non tanto dal fatto di portare i libri nei reparti, quanto dal rapporto umano che si crea coi pazienti. A volte sono persone che conosci, con cui scambi due parole, altre volte ti trovi a dover entrare in punta di piedi in situazioni delicate e a portare un po' di conforto».

Certo, non è sempre facile. Oriana racconta di quando si è trattenuta a fare compagnia a una signora che aspettava di essere chiamata per la sala operatoria e che non aveva nessuno con cui condividere quei momenti di paura e di agitazione. Patrizia di quando, nel reparto di dialisi, ha incontrato una persona che aveva conosciuto sul lavoro, venuta a mancare poco dopo: «Un giorno mi disse "Quando torno normale ti offro un caffè", come se quel momento di sospensione della sua vita nelle ore di dialisi fosse distaccato dalla realtà». Uno degli obiettivi con cui è nato il progetto è infatti proprio quello di rendere l'ospedale un luogo sempre meno separato dalla quotidianità di tutti i giorni, una necessità importante soprattutto per chi è costretto a passarci lunghi periodi di tempo. Anche Graziana ha dovuto fare i conti con il dolore per una persona alla quale si era affezionata e scomparsa troppo presto. «Per un mese non sono più riuscita a mettere piede in Oncologia, ma dopo mi sono sentita più forte e più matura per affrontare questa cosa e portare anche maggiore conforto alle persone che ci sono».

I libri e la lettura hanno la capacità di sostenere, di dare sollievo, di divertire e di distrarre. Il primo esempio di questo tipo nella storia, secondo il fisico inglese Bruce-Porter che ne scrisse nel 1930, risale al 1276 circa, quando all'ospedale del Cairo in Egitto i sacerdoti leggevano il Corano giorno e notte per i pazienti che desideravano ascoltare e musica e letture di storie per i pazienti impossibilitati a dormire. «In un mondo sempre più meccanizzato - aggiunge Patrizia - ritrovare il libro come elemento di aggregazione è secondo me una cosa stupenda. A volte penso che sia più quello che quest'esperienza dà a noi volontari, rispetto a quello che diamo noi ai pazienti». 

Alessandra Angioletti

Pubblicato il 27 novembre 2018

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