"Lotteremo senza sosta per salvare la nostra posta", la ribellione di Castelnuovo d'Elsa

«L'ufficio postale - dice qualcuno tra i presenti alla manifestazione - è un punto di riferimento storico di questo posto e siamo qui a manifestare perché convinti che i piccoli paesi abbiano gli stessi diritti dei grandi città. L'Italia dopotutto è formata da tanti piccoli centri che rischiano di morire senza certi servizi. Castelnuovo è sulla Francigena, un luogo attivo e vivo e sicuramente, insieme all'Amministrazione comunale, non mancherà di ribellarsi e dire la sua».

 
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A Castelnuovo d'Elsa vivono 860 cittadini, molti dei quali erano in piazza stamattina per protestare contro la chiusura dell'unico ufficio postale che vi si trova e che dista dal più vicino (quello di Castelfiorentino) 7 km. Nessun problema per coloro che sono dotati di patente e automobile, ma la maggioranza delle persone (perché di queste si tratta, non di numeri) ha una media d'età alta abbastanza da faticare a spostarsi. Infatti sono sopratutto i meno giovani a partecipare alla manifestazione; tra questi alcuni si sono fatti portare delle sedie, come a dire che non saranno le gambe (meno vigorose di una volta) a impedire loro di dire quello che pensano. Insieme ai cittadini c'erano anche il Sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni, il presidente dell'Uncem Oreste Giurlani, i rappresentanti della Giunta e del Consiglio Comunale di Castelfiorentino, i rappresentanti delle associazioni del territorio. 

«L'ufficio postale - dice qualcuno tra i presenti - è un punto di riferimento storico di questo posto e siamo qui a manifestare perché convinti che i piccoli paesi abbiano gli stessi diritti dei grandi città. L'Italia dopotutto è formata da tanti piccoli centri che rischiano di morire senza certi servizi. Castelnuovo è sulla Francigena, un luogo attivo e vivo e sicuramente, insieme all'Amministrazione comunale, non mancherà di ribellarsi e dire la sua».

«Molti manifestanti minacciano, nel caso in cui l'ufficio in Piazza Santa Barbara venga veramente chiuso, di voler togliere i conti da Poste e spostarli altrove per ammortizzare i disagi. «Hanno ragione - afferma il primo cittadino Falorni -. Se le persone vengono trattate con una logica aziendalista, come può Poste pensare di essere trattata in maniera diversa?».

Dopo il discorso iniziale, Falorni ha poi speso il suo tempo concedendosi alle domande dei cittadini e cercando con loro possibili soluzioni. «Siamo qua per fare una battaglia per noi sostanziale, per mantenere un servizio essenziale per la comunità di Castelnuovo, che ha fdelle caratteristiche demografiche particolari. Un punto che, quando è stato creato, è nato coi soldi di tutti i cittadini non può oggi essere trattato con una logica meramente aziendalista. Qui ci sono persone ragionevoli, abituate a fare della democrazia un baluardo, che si sono messe a disposizione per trovare una soluzione alternativa. Non può assolutamente essere una soluzione la sparizione del servizio. A questo noi ci opporremo e ci opponiamo in tutti i modi possibili».

Alessandra Angioletti

Pubblicato il 30 agosto 2015

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