Mario Draghi a Bergamo: ''Lo Stato c'è, bisogna ricostruire senza dimenticare''
Nella Giornata nazionale per le vittime covid il Premier ha fatto visita al cimitero monumentale e piantato uno dei 750 alberi del Bosco della memoria
Mario Draghi è arrivato a Bergamo per celebrare la Giornata nazionale in ricordo delle vittime da Covid-19. Il Premier ha prima deposto una corona di fiori sulla stele dedicata alle vittime al cimitero monumentale, seguito poi dal minuto di silenzio nazionale. Immagine toccante che rappresenta il dolore di una nazione intera che sta ancora combattendo la pandemia. Ad accogliere Draghi, Giorgio Gori sindaco di Bergamo, Attilio Fontana presidente della regione Lombardia, i sindaci di Nembro e Alzano, comuni del bergamasco che a inizio della prima ondata hanno registrato i casi più alti in relazione al numero degli abitanti. Ma anche altre autorità civili e religiose.
La seconda cerimonia è stata l’inaugurazione del Bosco della memoria, un luogo a pochi passi dall’ospedale Giovanni XXIII. Ad accompagnare la cerimonia con la sua musica, il trombettista Paolo Fresu.
Il Premier Mario Draghi ha iniziato il discorso dicendo che oggi è una giornata piena di tristezza ma anche piena di speranza. “Non possiamo abbracciarci ma è una giornata in cui bisogna sentirsi ancora più uniti”. Il Bosco della memoria non racchiude solo le memorie delle tante vittime di questa città, ma è simbolo del dolore di una intera nazione. È anche luogo dell’impegno solenne per promettere agli anziani che non succederà più che le persone fragili siano lasciate sole. La memoria di ciò che è accaduto nella primavera dello scorso anno non “si deve appannare”. Bisogna ricordare il sacrificio degli operatori sanitari.
Parlando del vaccino il Premier ha detto che la sospensione del vaccino AstraZeneca è stata una decisione precauzionale e temporanea. Qualunque sia la scelta dell’Ema, la campagna vaccinale proseguirà con la stessa intensità. Tutta la comunità bergamasca ha mostrato il loro bisogno di rigenerazione, sono stati un esempio per tutti gli italiani. Sono qui oggi per dirvi grazie per ricostruire senza dimenticare.
Parole del sindaco di Bergamo Giorgio Gori: “Avremmo voluto oggi che questo prato fosse pieno di persone, abbiamo sognato che questa giornata oggi fosse la fine della lunga e dolosa pagina della pandemia. Non ci siamo ancora però, manca poco ma non ci siamo ancora. 670 morti nella sola città di Bergamo e 6000 circa in tutta la provincia. Circa perché molti sono morti senza una diagnosi. Un bosco è anche un simbolo di speranza, Bergamo si è ritrovata epicentro della pandemia, ma Bergamo vuole anche essere simbolo della speranza. La tenacia e l’operosità dei bergamaschi definisco lo spirito della ripartenza che vogliamo avere. La presenza di Draghi ci fa capire che lo Stato c’è. La presenza di Mattarella lo scorso 28 giugno è stata per noi come una carezza. Aspettiamo l’efficacia della campagna vaccinale, e lavoriamo insieme per costruire un futuro migliore”.
Associazione dei comuni virtuosi: è un’associazione di piccoli e gradi comuni. Nata nel 2005 con lo scopo di promuovere e condividere una gestione delle attività comunali con una partecipazione attiva dei cittadini. “Essere qui oggi non portare solo un progetto, ma un abbraccio vero dell’Italia per chi ha perso i propri legami. L’albero, il tiglio, Proviene dalla Puglia- Biccari- e questo rappresenta l’unità nazionale in questa idea.
Discorso di Ave Vezzoli (Coordinatrice infermieristica pneumologia dell’ospedale di Bergamo): “Dall’inizio della pandemia è passato un anno, ma certi ricordi rimarranno per sempre. Sin dai primi istanti si è capita la gravità. Noi che sapevamo curare e guarire ci siamo trovati a far fronte ad un elevato numero di vittime. A fronte anche di un elevatissimo numero che siamo riusciti a salvare. Sono molto orgogliosa di far parte di un sistema che non mi ha mai fatto sentire sola. La strategia vincente non può che essere che la campagna vaccinale estesa a tutta la popolazione”.
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Pubblicato il 18 marzo 2021