Mercantia 2018: con il progetto 'account', il pubblico entra in casa dei certaldesi

Ci sarà il pensionato che racconterà con le parole, ma anche il giovane che suonerà uno strumento o si muoverà danzando, o chi parlando preparerà qualcosa da bere o rappresenterà in immagini le emozioni suscitate da quell’incontro. In ogni caso non sarà una rappresentazione studiata prima, ma un racconto di sé che nascerà sul momento a seconda della situazione. Sorseggiando una tazza di tè o un bicchiere di vino insieme

 
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«In un mondo che tira su muri per egoismo o paura, Mercantia fa aprire le porte delle case per accogliere. Un gesto che è sociale e politico, prima di tutto, ma che per noi sta alla base di ogni azione che vuol dirsi teatrale, almeno per come noi intendiamo il teatro». Così Alessandro Gigli, direttore artistico di Mercantia, presenta il “Progetto account”, novità di questa trentunesima edizione del Festival che è anche la prima che si svolge ufficialmente all'insegna del cosiddetto “Quarto teatro”. Un teatro che, dice sempre Gigli, vuole «allontanare il teatro dalla gente e avvicinarlo ad ogni persona» alla ricerca di una dimensione di crescita sempre più umana.

Ma in cosa consiste il “Progetto account”? Ogni sera del Festival, dal 11 al 15 luglio, le case di persone e famiglie certaldesi del borgo alto - più di dieci ma in crescita quanti chiedono di aprire le porte - apriranno, su prenotazione, le porte ad un piccolo gruppo di spettatori, che saranno accolti nel salotto buono, piuttosto che in cucina o in giardino, per prendere un caffè ed ascoltare voci, suoni, ma anche toccare, odorare, vedere.

I certaldesi infatti, giovani o anziani, residenti lì da generazioni o stranieri che hanno preso casa di recente affascinati dal borgo, racconteranno, col linguaggio che a loro è più congeniale, qualcosa di sé, della propria casa, della propria vita. Un aneddoto di vita, una storia del borgo, o la condivisione di un ricordo, di un’emozione. Ci sarà il pensionato che racconterà con le parole, ma anche il giovane che suonerà uno strumento o si muoverà danzando, o chi parlando preparerà qualcosa da bere o rappresenterà in immagini le emozioni suscitate da quell’incontro. In ogni caso non sarà una rappresentazione studiata prima, ma un racconto di sé che nascerà sul momento a seconda della situazione. Sorseggiando una tazza di tè o un bicchiere di vino insieme.

«Account strizza l’occhio alla parola inglese usata per l’identità virtuale, avere il proprio account su un social network - spiega Alessandro Gigli - ma Account per Mercantia significherà il suo opposto, l’identità concreta, umana, reale. Account per significherà “accanto”, o “al canto” del fuoco, ascoltare “un canto”, o un “conto” (cioè un racconto), ma anche ascoltare musica, vedere movimenti, odorare tisane. Perché la magia di Mercantia è anche la magia di Certaldo Alto e di chi vive tra queste mura tutto l'anno - prosegue Gigli - e con “account” apriremo le porte per condividere la dimensione intima e umana delle persone che vivono qui con le persone che vengono qui per Mercantia. Ogni certaldese che aprirà la porta racconterà, col linguaggio che più gli si addice, qualcosa di sé; chi chiederà di essere ospitato potrà stargli “accanto”, rallentando e condividendo un pezzo di vita mentre fuori in strada esplode la festa e la musica delle street band. Perché il teatro è vita - conclude Gigli - e la vita è un grande palcoscenico».

E così, ci saranno la pensionata che seduta in cucina racconta della civiltà contadina che fu, ma anche il musicista che nella sua casa-studio farà ascoltare un brano composto proprio il giorno stesso durante il quotidiano lavoro, il gestore del B&B di charme che racconterà di come tutto è iniziato, o il giovane inquieto nella sua camera che mostrerà la sua passione per il ballo, e altro ancora… Tutto, rigorosamente, vero. Senza finzione.

«Account è un teatro senza teatro, che viene ancora prima del teatro - spiega Italo Pecoretti, regista, autore e marionettista, al quale Alessandro Gigli ha affidato la curatela della rassegna “account” - si tratterà di un evento teatrale teso a riscoprire il senso più antropologico ed ancestrale del termine, ovvero la ritualità del ritrovo, dell’accoglienza, del disporsi in cerchio intorno ad un soggetto narrante. Il quale, però, non reciterà nessun copione. Sarà semplicemente se stesso».

Programma presto online su www.mercantiacertaldo.it e www.facebook.com/mercantia

Pubblicato il 26 aprile 2018

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