Minorenni tentano di usare una banconota falsa, ma vengono scoperti

«Il fatto commesso dai due giovani non è da sottovalutare - spiegano le autorità -, in quanto l'utilizzo di falsa valuta è un reato che fa leva sulla buona fede di chi riceve il denaro, recando pregiudizio alle attività economiche. Una volta che il contante alterato entra nei circuiti di pagamento, è infatti difficile evidenziarlo anche perché le sofisticate tecniche di contraffazione ne rendono sempre più complessa l’individuazione, in special modo quando l'utilizzo avviene attraverso persone “insospettabili” quali i minorenni»

 POGGIBONSI
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Hanno cercato di comprare due bibite con una banconota falsa da 50 euro, ma il negoziante si è insospettito e ha chiamato la Polizia di Stato. E’ accaduto nel centro storico di Poggibonsi, dove i due minorenni, entrambi 17enni residenti a Colle di Val d’Elsa, hanno provato a raggirare un commerciante.

L’uomo, ricevuto il denaro, si è però accorto che qualcosa non andava nella banconota e che c’erano elementi tali da farne presumere la contraffazione. Contestato che la valuta poteva essere falsa, i due ragazzi hanno cercato di convincerlo ad accettarla sostenendo che, a loro volta, l’avevano ricevuta come resto di un precedente acquisto in un altro esercizio.

Insospettito dal loro atteggiamento, l’esercente ha richiesto l’intervento della Volante del Commissariato. All’occhio esperto dei poliziotti non sono sfuggiti alcuni particolari, come la consistenza della filigrana, la mancanza del filo di sicurezza rilevabile in controluce, i colori di stampa e l’alterazione dell’ologramma, dai quali emergevano indubbi indizi di contraffazione. La banconota è stata, quindi, sequestrata e successivamente inviata alla Banca d’Italia per il definitivo giudizio di falsità.

I due minori intanto sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze e successivamente riaffidati alle famiglie, data la loro giovane età.

«Il fatto commesso dai due giovani non è da sottovalutare - spiegano le autorità -, in quanto l'utilizzo di falsa valuta è un reato che fa leva sulla buona fede di chi riceve il denaro, recando pregiudizio alle attività economiche. Una volta che il contante alterato entra nei circuiti di pagamento, è infatti difficile evidenziarlo anche perché le sofisticate tecniche di contraffazione ne rendono sempre più complessa l’individuazione, in special modo quando l'utilizzo avviene attraverso persone “insospettabili” quali i minorenni».

Pubblicato il 17 ottobre 2019

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