Montaperti A.D.1260, la rievocazione della Pace di Castelfiorentino
Sabato 19 e domenica 20 novembre festa medioevale a Castelfiorentino. Torneo di combattimento, mostra mercato medioevale, mercato di arti e mestieri, accampamento e danze medioevali, giochi e falconeria, sfilata e corteo storico
Per due giorni, dunque, il centro storico di questo borgo della Valdelsa fiorentina si calerà nell’atmosfera medioevale dell’epoca, attraverso una sequenza di eventi imperdibili, che ne ripercorreranno simbolicamente i momenti più salienti: dal torneo di combattimento medioevale allo spettacolo teatrale itinerante sulle “paure del Medioevo”; dalla mostra mercato medioevale al mercato di arti e mestieri, dai giochi ai laboratori (come “realizzo il mio scudo”); dalle dimostrazioni di falconeria alle musiche e danze medioevali.
Nella giornata di sabato 19 novembre ci sarà anche la possibilità di visitare il sipario storico del Teatro del Popolo (che raffigura appunto la “Pace” del 1260) o assistere a interventi e letture teatrali sulla vita delle donne nel Medioevo.
Domenica 20 novembre, sempre nell’ottica di riportare l’orologio indietro nei secoli, sarà allestito anche un accampamento medioevale, interpretato da figuranti in costume (nobili, mercanti, armati), che riprodurrà la vita quotidiana di Castelfiorentino in quel periodo, in concomitanza con le sfilate e i cortei storici che si svolgeranno sia al mattino che nel pomeriggio.
Al mattino sfileranno nelle vie del centro con le loro armature del XIII-XV sec. i “combattenti” di Iron Tower, che al termine del percorso (Piazza Gramsci) porteranno un ricordo di Carlo Desideri, castellano e presidente dell’associazione tragicamente scomparso nel febbraio di quest’anno. Nel pomeriggio largo ai Cortei Storici della Repubblica di Firenze e dell’associazione Agresto di Monteriggioni, insieme alle rappresentanze istituzionali di Firenze e Siena, che con il loro seguito di alabardieri, fanti delle corporazioni, ufficiali delle fanterie, bombardieri, musici e bandierai degli Uffizi percorreranno le vie del centro fino alla rievocazione storica della “firma” degli accordi di Pace di fronte al Municipio di Castelfiorentino, preceduta dal suono squillante delle “chiarine”. Dopo la “firma” del trattato e una breve esibizione del “concerto di ottoni” della scuola di musica, il corteo storico percorrerà nuovamente le vie del centro e il mercato medioevale, fino in Piazza Gramsci dove si terrà un’esibizione degli sbandieratori.
"Quest’anno - osserva il Sindaco, Alessio Falorni - abbiamo predisposto un programma ancora più ricco e diversificato, con eventi per tutte le età come si conviene a una ricorrenza che intendiamo celebrare degnamente. Una data storica, tramandata nel corso dei secoli all’interno della nostra Comunità al punto da diventare fondativa nel momento in cui, con l’Unità d’Italia, essa venne raffigurata nel Sipario Storico del Teatro del Popolo. Un appuntamento che, più che mai nel momento che stiamo vivendo, assume un significato nobile, e che fa di Castelfiorentino una terra di pace, dove si ricercano le convergenze piuttosto che lasciarsi trascinare dai conflitti, che lacerano il tessuto sociale e aprono ferite insanabili... E' questo il messaggio che intendiamo rivolgere ai nostri cittadini, coinvolgendo in primis le nuove generazioni, che quest’anno hanno visto come protagonisti gli studenti dell’Enriques, davvero encomiabili nel progetto grafico del logo e dell’intera promozione. Ringrazio il Ministero della Cultura e la Regione Toscana, per il loro sostegno, nonché il personale dei “Servizi al cittadino” del Comune, la Proloco, Confesercenti e le decine di associazioni che hanno collaborato all’organizzazione di questa manifestazione, che sarà soprattutto una grande festa".
Per info dettagliate sul programma: ufficio turistico Castelfiorentino (0571.629049) https://visitcastelfiorentino.it.
La scheda
Intorno alla metà del XIII secolo la Toscana è divisa in stati indipendenti, distinti in Comuni (formati da città e castelli) e Signorie, facenti capo a famiglie nobiliari che disponevano di domini propri. Gli attriti e le divergenze che potevano sfociare anche in conflitti si generavano su due piani, che spesso si intersecavano: quello territoriale, alimentato magari da questioni di confine, sfere di influenza, rivalità commerciali; e quello politico, fondato sullo scontro e sull’alleanza fra i tre partiti: Guelfi, Ghibellini, Popolani. I primi, come è noto, erano legati al Papato. I secondi all’Impero, nelle persone dei sovrani svevi. I popolani rappresentavano interessi locali e non avevano alcuna autorità di riferimento. Il fattore che aggravava le crisi fra stati era la capacità di Guelfi e Ghibellini di creare alleanze sovralocali, dividendo al loro interno i ceti dirigenti. Dopo la morte dell’imperatore Federico II di Svevia, nel 1250, a Firenze si era imposto un regime popolano, che grazie a una politica di equidistanza tra i due partiti in gioco era riuscito progressivamente a estendere la sua influenza. I ghibellini, tuttavia, reagirono di fronte a questa situazione: e in due occasioni (1251 e 1258) organizzarono delle rivolte, finendo per rifugiarsi - nel 1258 - a Siena in esilio. Le pressioni dei ghibellini fiorentini rifugiati, e le promesse di aiuto militare dell’ultimo sovrano svevo (Manfredi, Re di Sicilia, figlio naturale dell’Imperatore Federico II) convinsero Siena a violare l’accordo commerciale del 1255 (la “società”), sfidando Firenze. Quest’ultima reagì organizzando una campagna militare nell’estate 1260, sfociata nel disastro di Montaperti, ove l’esercito fiorentino fu pesantemente sconfitto da quello senese. La “mattanza” dei fiorentini fu tale da essere ricordata da Dante Alighieri nella “Divina Commedia” (Inferno, Canto X) come “lo strazio e ‘l grande scempio che fece l’Arbia colorata in rosso”. Sul piano politico la sconfitta militare portò inevitabilmente alla caduta del regime popolano di Firenze e dei regimi suoi alleati (con la sola eccezione di Lucca), ridimensionandone il ruolo in Toscana.
La Pace dopo Montaperti (Castelfiorentino, 25 novembre 1260)
Il riassetto politico e territoriale della regione avvenne attraverso la firma - il 25 novembre 1260 - di due accordi fra i Comuni di Firenze e Siena. La firma avvenne in una località nei pressi di Castelfiorentino, all’epoca un Comune soggetto a Firenze, luogo di forte valore strategico per il controllo della Valdelsa, su cui Siena voleva estendere la sua influenza.
Secondo la prassi dell’epoca, i Comuni di Firenze e Siena si fecero rappresentare da Sindaci - in pratica procuratori speciali, secondo la terminologia giuridica attuale - che furono designati ad hoc: Lotteringo del fu messer Ubertino di Pegolotto per Firenze, e messer Iacopo di Pagliarese e Buonaguida del fu Gregorio di Boccaccio per Siena. Esaminiamoli separatamente:
1) Con il primo accordo, Firenze cedette dei “diritti”, pubblici e privati, detenuti in una serie di comunità (Montepulciano, Montalcino, Poggibonsi, Staggia, ecc...) e signorie. Tali “diritti” - iura nel testo, dal latino ius-iuris - si intendevano all’epoca rapporti giuridici quali quelli privati di proprietà, sovrani quali la riscossione delle imposte, e vincoli personali di fedeltà e sudditanza in questo caso impossibili da definire per mancanza di particolari. In buona sostanza, questo accordo sanciva il passaggio delle comunità e dei signori dal controllo di Firenze a quello di Siena.
2) Il secondo accordo, denominato la “società”, era assimilabile ad un trattato di pace vero e proprio. Attraverso di esso i due ex belligeranti ponevano fine alle loro controversie, regolavano la questione dei prigionieri di guerra, si impegnavano a riconoscere le rispettive giurisdizioni, promettendosi aiuto e assistenza e stipulando una nuova intesa commerciale di libero scambio.
Rievocazione Pace dopo Montaperti, i provvedimenti sulla viabilità
Sabato 19 e domenica 20 novembre è in programma a Castelfiorentino (FI) una festa medioevale legata alla rievocazione della storica “Pace” siglata nel 1260 tra Guelfi e Ghibellini dopo la sanguinosa battaglia di Montaperti, che si concluse come ricordava Dante Alighieri con lo “strazio e i grande scempio che fece l’Arbia colorata in rosso”. Essendo quest’anno particolarmente nutrito il panorama degli eventi che accompagneranno la manifestazione si sono resi necessari alcune misure sulla viabilità di strade e piazze.
In merito alle seconde, le principali interessano Piazza Kennedy e Piazza Cavour (“Piazzola”) in cui a partire dalle ore 23.00 di sabato 19 novembre e fino alle ore 21.00 di domenica 20 è stato istituito il divieto di transito e sosta. Dalle ore 14.00 alle 18.00 di domenica 20 è inoltre previsto il divieto di sosta su metà di Piazza delle Stanze Operaie, l’istituzione del doppio senso di marcia su Via Tilli (tratto compreso tra Piazza Stanze Operaie e Via XX Settembre), e il divieto di transito e sosta su Via Tilli (tratto tra Piazza Stanze Operaie e Piazza del Popolo) e via Sant’Ippolito. Via XX settembre (tratto via Tilli-via Ferruccio) sarà inoltre chiusa al transito domenica 20 (dalle 9.00 alle 20.00).
Nella ZTL del Centro storico basso sarà allestito un mercato in stile medioevale che renderà necessario sospendere le autorizzazioni di passo carrabile e quelle relative al transito e la sosta: dalle ore 9.00 alle ore 18.00 di venerdì 18 (al fine di consentire montaggio dei banchi) dalle ore 14.00 alle ore 21.00 di sabato 19 e dalle ore 9.00 alle ore 21.00 di domenica 20 (per consentire lo svolgimento del mercato) e infine dalle ore 9.00 alle ore 18.00 di lunedì 21 novembre (per consentire lo smontaggio dei banchi).
Sono stati inoltri previsti alcuni divieti nel parcheggio prospiciente il Pala ABC (dalle ore 23 di venerdì 18 alle 20 di domenica) per lo svolgimento del torneo di combattimento medioevale, nel parcheggio davanti all’ingresso della scuola elementare Tilli (dalle 23 di sabato alle 13 di domenica) e alcuni posti auto in Piazza Gramsci (tra il n.c. 46 e il n.c. 52, limitatamente dalle 14 alle 18 di domenica) dove sosterà il pullman del Corteo Storico fiorentino.
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Pubblicato il 16 novembre 2022