Monteriggioni e la sua storia: ad Abbadia Isola una mostra dedicata agli Etruschi
«Il futuro si scrive soltanto se si ha la piena e forte consapevolezza del nostro passato - ha detto il sindaco di Monteriggioni - e questo è quello che vogliamo fare»
Riscoprire e rivivere la storia più antica di Monteriggioni, dall’età del Ferro al tardo ellenismo, con un viaggio di oltre mille anni attraverso oltre 250 reperti locali, ricostruzioni in 3D e focus dedicati alla lingua etrusca e al collezionismo antiquario. È quanto proporrà il percorso espositivo “Monteriggioni prima del Castello. Una comunità etrusca in Valdelsa”, in programma dal 13 ottobre al 23 aprile nel Complesso monumentale di Abbadia Isola, alle porte di Monteriggioni. L’esposizione è promossa dal Comune di Monteriggioni e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena, il Museo Civico Archeologico Ranuccio Bianchi Bandinelli di Colle di Val d’Elsa e l’Antikensammlung di Berlino. L’iniziativa è stata presentata oggi, lunedì 10 settembre a Firenze, ospiti del Consiglio regionale della Toscana, alla presenza di Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana; Stefano Ciuoffo, assessore al turismo della Regione Toscana; Raffaella Senesi, sindaco di Monteriggioni e Matteo Milletti, archeologo della Soprintendenza ABAP Siena Grosseto e Arezzo.
Il percorso di visita sarà articolato in quattro sezioni tematiche. L’esposizione seguirà un ordine cronologico e ripercorrerà la storia locale dall’età del Ferro (IX secolo a.C.) al tardo ellenismo (II-I secolo a.C.) attraverso le prime ricerche dell'archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli, gli sviluppi successivi, i ritrovamenti tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, le peripezie legate alla vendita a musei italiani e stranieri dei corredi rinvenuti nelle tombe del Casone e alcune ricostruzioni dei contesti in mostra.
Gli oltre 250 reperti in mostra provengono dai musei di Firenze, Volterra e Colle di Val d'Elsa e saranno affiancati da alcune restituzioni 3D dei materiali conservati all’Antikensammlung di Berlino. L’esposizione comprenderà anche pezzi eccezionali, tra cui alcune fra le urne cinerarie più belle della tomba dei Calisna Śepu - appartenente a una ricca famiglia aristocratica e rinvenuta intatta nel 1893 con oltre cento deposizioni a incinerazione e relativi corredi - e materiali inediti mai esposti prima d’ora, tra cui il corredo di una tomba a camera recentemente scavata in Pian del Casone. I visitatori, inoltre, saranno accompagnati nel viaggio indietro nel tempo da restituzioni multimediali realizzate da ACAS srl in collaborazione con gli esperti dell’Università degli Studi di Siena e da ricostruzioni delle principali sepolture.
In particolare, sarà possibile visitare virtualmente una riproduzione in scala della grande tomba dei Calisna Sepu, scavata nella roccia con banchine su tre lati e tramezzo centrale, e, probabilmente, la più importante sepoltura ellenistica dell’Etruria settentrionale. A renderla nota sono state anche le vicissitudini legate alla dispersione sul mercato antiquario del prezioso corredo, costituito da 36 urne cinerarie, 4 delle quali in alabastro; vasi di ceramica con alcuni pregevoli crateri sovradipinti; vasellame e specchi in bronzo; strumenti in osso; armi; monete; oreficerie e altro. Con queste caratteristiche, il sepolcro rappresenta la tomba familiare dei Calisni, ricca famiglia etrusca di Monteriggioni per circa trecento anni, dalla seconda metà del IV secolo a.C. fino al I secolo a.C.
Tra le ultime scoperte sul territorio, inoltre, compare la tomba ipogea recentemente indagata nel podere Milanese, uno dei contesti più importanti tra quelli in mostra, che ha restituito un notevole corredo risalente al VI secolo a.C., costituito da vasi di bucchero, ceramica dal caratteristico colore nero prodotta in Etruria; vasi di ceramica etrusco-corinzia, tra cui una serie di aryballoi; vasi da unguenti profumati, finemente decorati; fuseruole, ovvero strumenti per la filatura, una delle attività predilette e identificative del ruolo della donna etrusca; oggetti in bronzo, tra cui alcune fibule, una sorta di spille utilizzate per fermare le vesti e altri oggetti che forniscono un quadro completo degli usi e dei costumi locali del periodo.
Il percorso espositivo “Monteriggioni prima del Castello. Una comunità etrusca in Valdelsa” si inserisce in un programma di valorizzazione del patrimonio culturale del Comune di Monteriggioni basato su un protocollo d’intesa sottoscritto con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo (SABAP-SI) e il “ritorno” a Monteriggioni dei reperti della tomba dei Calisna Śepu e di altri reperti contribuirà a dare una coloritura romantica a un progetto che si distingue per l’alto profilo scientifico degli studiosi e delle istituzioni coinvolte. L'evento ospitato ad Abbadia Isola, infatti, sarà soltanto il primo passo verso la riscoperta delle eccellenze archeologiche, storiche e artistiche del territorio insieme a partner quali l’Università degli Studi di Siena, il Museo Archeologico “Ranuccio Bianchi Bandinelli” di Colle di Val d'Elsa, il Polo Museale della Toscana e l’Antikensammlung di Berlino.
L'esposizione sarà accompagnata da un catalogo che permetterà agli appassionati e alla comunità scientifica di approfondire le conoscenze sulla Monteriggioni più antica attraverso un nuovo sguardo d’insieme, a distanza di quasi un secolo dalle pioneristiche ricerche di Ranuccio Bianchi Bandinelli. Già alla fine dell’VIII secolo a.C., infatti, l’area attorno alla collina che oggi ospita il Castello era costellata di necropoli e insediamenti etruschi, come confermarono le attività dell'archeologo alla fine degli anni Trenta seguite, poi, da poche e sporadiche pubblicazioni sulla Monteriggioni etrusca, superata dalla grande attrattiva legata al periodo di sviluppo medievale e alla sua cinta muraria.
«Un altro tassello - ha detto Stefano Ciuoffo, assessore al turismo della Regione Toscana - che va ad arricchire e impreziosire il cammino lungo la Via Francigena toscana. La fama di Monteriggioni, e il suo richiamo nei confronti dei tanti turisti che la visitano ogni anno, vanno attribuiti al Castello costruito in epoca medievale. E’ però interessante approfondire anche le origini di questo territorio e scavare in epoche più lontane fino agli Etruschi. Il percorso espositivo che aprirà a ottobre fornirà, così, un altro pretesto, se ce ne fosse bisogno, per visitare uno dei borghi toscani più affascinanti e suggestivi».
«Riportare indietro le lancette della storia - ha affermato Raffaella Senesi, sindaco di Monteriggioni - è solitamente una formula utilizzata con un’accezione negativa, ma questa volta guardarsi indietro è positivo e accompagnerà i visitatori in un viaggio nella storia etrusca di Monteriggioni, quella più antica, arricchendo l’immaginario collettivo che ci identifica come la città medievale cantata da Dante Alighieri. Il futuro si scrive soltanto se si ha la piena e forte consapevolezza del nostro passato e questo è quello che vogliamo fare con questa iniziativa. Ringrazio tutti i partner che accompagnano il Comune in questo progetto e la Regione Toscana, che ci ha coinvolto anche nella Giornata degli Etruschi celebrata pochi giorni fa attraverso il Consiglio regionale della Toscana».
Pubblicato il 10 settembre 2018