Monteriggioni, tentata truffa a un'anziana: «Signora, suo figlio è stato arrestato. Serve la cauzione»
Giovedì 30 giugno, in prima mattinata, una pensionata (classe 1929) di Monteriggioni ha denunciato ai Carabinieri della stazione locale un fatto alquanto strano. Due giorni prima ha infatti ricevuto la telefonata di un sedicente carabiniere. L'uomo le ha riferito che il figlio era stato arrestato e pertanto era necessaria una cauzione che un avvocato sarebbe passato a recuperare direttamente da casa della signora di lì a poco
Giovedì 30 giugno, in prima mattinata, una pensionata (classe 1929) di Monteriggioni ha denunciato ai Carabinieri della stazione locale un fatto alquanto strano. Due giorni prima ha infatti ricevuto la telefonata di un sedicente carabiniere. L'uomo le ha riferito che il figlio era stato arrestato e pertanto era necessaria una cauzione che un avvocato sarebbe passato a recuperare direttamente da casa della signora di lì a poco. Infatti ecco arrivare un uomo, alto circa 1,80 m, coi capelli rasati, pronto per ritirare la somma pattuita poco prima al telefono.
Ovviamente era tutto falso e la truffa non è avvenuta, per fortuna, grazie all'intervento di un parente della signora, che ha richiesto il documento d'identità al truffatore. Quest'ultimo, smascherato, si è allontanato velocemente con una Fiat Sedici scusa, la cui targa parziale è BB889.
Del fattaccio è stata informata l'autorità giudiziaria e altre indagini sono in corso per scoprire i responsabili del tentato furto.
Si è trattato dell'ennesimo "attacco" a persone anziane. Da tempo i Carabinieri della Provincia di Siena stanno effettuando conferenze sul tema, spiegando tecniche e modus operandi adottati dai truffatori. In realtà la questione è semplice e intuitiva: non ci si deve fidare di nessuno, in particolare di chi chiede soldi raccontando storie pietose, o affermando di agire per scopi benefici in nome e per conto di enti pubblici, che mai e poi mai potrebbero riscuotere denaro contante casa per casa. Il classico degli ultimi tempi è la telefonata con la quale un sedicente carabiniere informa la vittima di un presunto incidente occorso ad un di lui familiare. Da tale notizia, che getta l’anziano nel panico, deriva una successiva richiesta di denaro e il fatto che si preannunci che a momenti qualcuno passerà a casa per riscuotere quel denaro. Per pagare e per morire c’è sempre tempo. Sicuramente c’è il tempo per chiamare familiari amici e magari, anzi soprattutto, i Carabinieri.
Esiste un numero di emergenza al quale qualcuno deve rispondere giorno e notte ed è il 112. A chiamarlo non si disturba mai. Anzi i Carabinieri saranno ben felici di rispondere e dare delle indicazioni, recriminando anzi assai spesso sul fatto che nessuno si sia preso la briga di metterli in allarme per tempo. Se poi si è trattato di un falso allarme sarà solo l’ennesimo, pazienza. Occorre dunque che ognuno sensibilizzi i propri anziani, li metta in allarme perché il pericolo di truffe è reale e non ci si può fidare di nessuno. Al minimo dubbio debbono chiedere ausilio senza pensare di poter essere compatiti per questo, lo devono fare. Anche gli organi di informazione hanno fornito e stanno fornendo un grande contributo del quale si cominciano a raccogliere i frutti in termini di attenzione collettiva.
Pubblicato il 1 luglio 2016