Operatrice accusata di furti a pazienti all'ospedale di Prato, la precisazione del NurSind: ''Quella donna non è un'infermiera''

Il segretario Roberto Cesario: ''Azione esecrabile, vicini alle famiglie delle vittime. Infermieri e Oss al lavoro fianco a fianco, ma sbagliato confondere le figure''

 TOSCANA
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Non è infermiera, ma operatrice socio-sanitaria la donna che nei giorni scorsi a Prato è stata denunciata con l'accusa di aver rubato effetti personali a pazienti in fin di vita. La precisazione arriva da Roberto Cesario, segretario del Nursind Prato, il sindacato delle professioni infermieristiche. “In merito alla triste vicenda accaduta all’ospedale di Prato - spiega - vogliamo precisare che la persona che avrebbe commesso questo atto esecrabile non è un’infermiera, come invece è stato affermato da alcune testate giornalistiche. Siamo vicini alle famiglie delle vittime, consapevoli che tutti gli ospedali, compreso il Santo Stefano di Prato, vedono la presenza di tantissimi infermieri e Oss che lavorano fianco a fianco con dedizione e grande professionalità”.

Ci troviamo davanti a un atto - conclude Cesario - che, se venisse confermato dalle indagini, rappresenterebbe quanto di più odioso si possa immaginare dentro le mura di un ospedale. Proprio per questo la nostra condanna non può essere che ferma e inflessibile. Ma allo stesso tempo non possiamo non sottolineare che gli operatori socio-sanitari non fanno parte della ‘famiglia’ degli infermieri e questa confusione tra le due categorie non fa che danneggiare una professione già messa a dura prova da due anni di pandemia”.

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Pubblicato il 24 giugno 2022

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