Passeggiata poetica con Carrai, Fo, Vivinetto e Pasi alla Fortezza di Poggio Imperiale
È Di metro in metro, l'iniziativa organizzata da La Scintilla, in collaborazione con l'Associazione Amici di Romano Bilenchi, il patrocinio del Comune di Poggibonsi e il sostegno di Panurania
Una passeggiata poetica attraverso la storia e la cultura, un percorso itinerante lungo i bellissimi camminamenti della Fortezza Medicea di Poggibonsi da fare insieme ad alcuni autori italiani appartenenti a generazioni diverse tra loro. È "Di metro in metro", l'iniziativa organizzata da La Scintilla, in collaborazione con l'Associazione Amici di Romano Bilenchi, il patrocinio del Comune di Poggibonsi e il sostegno di Panurania. L'appuntamento è per venerdì 8 settembre, con ritrovo alla Porta San Francesco, dalle ore 18.30 fino al crepuscolo. Protagonisti di questa terza edizione saranno Stefano Carrai, fresco vincitore del premio Rèpaci-Viareggio per la poesia con La traversata del Gobi (Aragno, 2016), Alessandro Fo, Giovanna Cristina Vivinetto e Claudio Pasi.
Prenotazione consigliata, scrivendo a [email protected]. L'ingresso è gratuito.
Stefano Carrai è nato a Firenze nel 1955. È professore ordinario di Letteratura Italiana presso l’Università degli Studi di Siena. Ha insegnato, a vario titolo, nelle Università di Trento, Leida, Ginevra e Nancy.
Si è occupato prevalentemente di studi medievali e rinascimentali, pubblicando vari contributi critici anche su poeti e scrittori moderni e contemporanei. Il suo ultimo lavoro saggistico è Saba (2017).
Col suo primo libro di versi (Il tempo che non muore, postfazione di L. Surdich, 2012) ha vinto il Premio Pisa per la Poesia nel 2013 e il Premio Contini Bonacossi nel 2014.
Alessandro Fo è nato a Legnano nel 1955. Insegna Letteratura latina all'Università di Siena ed è una delle voci più autorevoli della nostra poesia. Le sue principali raccolte di poesie sono Otto febbraio (Scheiwiller, Milano 1995), Giorni di scuola (Edimond, Città di Castello 2000), Piccole poesie per banconote, (Pagliai Polistampa, Firenze 1° gennaio 2002), Corpuscolo (Einaudi 2004), Vecchi filmati (Manni 2006), Mancanze (Einaudi 2014).
Per Einaudi ha anche tradotto e curato Il ritorno di Rutilio Namaziano (1992), l'Eneide (2012, insieme a Filomena Giannotti) e, di Apuleio, Le metamorfosi (2010) e La favola di Amore e Psiche (2014). Ha inoltre curato varie edizioni di opere di Angelo Maria Ripellino, tra le quali quella che riunisce le tre raccolte poetiche Notizie dal diluvio. Sinfonietta. Lo splendido violino verde (Einaudi 2007, con Federico Lenzi, Antonio Pane e Claudio Vela).
Con Mancanze ha vinto il Premio Viareggio Répaci edizione del 2014.
Claudio Pasi è nato a Molinella (Bologna) nel 1958. Vive e lavora a Camposampiero, in provincia di Padova. Ha pubblicato la plaquette di versi In linea d’ombra (Niemandswort 1982) e la raccolta La casa che brucia (Book 1993). Altre poesie sono successivamente apparse su varie riviste e giornali: Tempo di guerra, una delicata raccolta di schegge di memoria relative alla Seconda guerra mondiale nelle sue terre emiliane su «I Girasoli» (n.6, giugno 2014); Via del dolore, nobile e commosso ricordo degli ultimi giorni di suo padre Revel secondo le modalità di una via Crucis, sul n. 32 di «Poeti e Poesia» (agosto 2014); A cuore aperto, racconto di un’improvvisa crisi di angina e della successiva operazione al cuore, in «Soglie» (aprile 2015). Ha collaborato a «Poesia» e a «Testo a fronte» con traduzioni da poeti antichi e moderni. Ha scritto di poeti contemporanei e di lirici minori dell’Ottocento, e si è occupato, occasionalmente, di critica d’arte.
"Tutta la lirica di Claudio Pasi è un’articolazione musicale di una profonda pietas. È segnata cioè da un costante e innamorato rispetto di un passato che corre dall’antichità classica al cerchio dei luoghi in cui è cresciuto l’autore. Il ‘narratore onnisciente’ – che però conquista spesso la sua scienza con un paziente lavoro d’archivio su sperdute fonti – guarda a oggetti anche piccoli o storie molto ‘minori’ del passato con una proiezione nostalgica che chiama tutto a nuova vita, in un concerto di melodie per lo più regolate su elegantissimo endecasillabo". Alessandro Fo
Giovanna Cristina Vivinetto (Siracusa, 1994) è laureata in Lettere Moderne con una tesi sul mito letterario di Fedra. Vive a Roma, dove studia Filologia Moderna presso l’Università La Sapienza.
Di prossima pubblicazione la sua raccolta "Dolore minimo"
"La raccolta inedita della ventitreenne Giovanna Cristina Vivinetto va a toccare un nervo scoperto anche per la poesia italiana: vi è ancora qualcosa che non è lecito dire in letteratura e che non è già stato detto? E del corpo si può ancora dire qualcosa di nuovo, che esca dallo stereotipo di appartenenza alla poesia di genere? (...) Sì, vi è ancora qualcosa che in Italia non era stato detto, e che ora con grande potenza poetica viene, finalmente e coraggiosamente, pronunciato". (dalla presentazione di Giovanna Frene sul n°86 della rivista di poesia e critica letteraria "Atelier").
Pubblicato il 4 settembre 2017