Badante percepisce compensi “in nero”

Attraverso gli accertamenti effettuati mediante le banche dati e gli incroci con le informazioni acquisite presso l’ufficio provinciale dell’INPS, scoperti compensi "in nero" per quasi 33.000 euro percepiti

 SIENA
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Il lavoro di colf e badanti, o più in generale il lavoro “domestico”, è un’attività per la quale la richiesta è in continua crescita, così come l’importanza sociale che gli viene riconosciuta. Non per questo però, quando gli introiti percepiti per il servizio reso a domicilio superano la soglia di esenzione riconosciuta dal Fisco, viene meno l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi.

Questa volta i Finanzieri del Comando Provinciale di Siena hanno messo sotto la lente di ingrandimento l’attività svolta da una badante, sessantenne di origini indiane residente nel Capoluogo, che dal 2014 al 2017 non ha mai presentato la prevista dichiarazione dei redditi, arrivando a percepire compensi totalmente “in nero” per quasi 33.000 euro.

Elementi determinanti per l’individuazione del soggetto – oltre ai servizi di controllo economico del territorio – sono stati gli accertamenti effettuati mediante le banche dati un uso al Corpo e gli incroci con le informazioni acquisite presso l’ufficio provinciale dell’INPS: è così che è stato possibile ricostruire l’esatto ammontare, suddiviso per anno, dei redditi di lavoro dipendente non dichiarati.

Le Fiamme Gialle senesi continueranno ad eseguire ulteriori controlli della specie in tutta la Provincia: il fine ultimo è quello di garantire un fisco più equo e proporzionale all’effettiva capacità contributiva di ciascun lavoratore, per ripristinare le necessarie condizioni di giustizia e solidarietà tra Stato e cittadini. Il contrasto all’economia sommersa, e più in generale, all’evasione e alle frodi fiscali costituisce una linea d’azione fondamentale nell’ambito delle funzioni di polizia economico-finanziaria del Corpo, non solo per i profili strettamente connessi al recupero delle somme illecitamente sottratte alle casse dello Stato, ma anche perché consente di arginare la diffusione dell’illegalità e dell’abusivismo che alterano le regole del mercato e danneggiano, in maniera particolare, i cittadini e gli imprenditori onesti che operano nella piena e completa osservanza della legge.

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Pubblicato il 11 febbraio 2020

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