Piazza delle Erbe intitolata alla prima donna africana Nobel per la Pace Wangari Maathai
L’amministrazione comunale di San Gimignano ha fatto proprie le parole di Wangari Maathai in cui invita ogni persona a 'pensare globalmente e agire localmente' e in coerenza con questa intitolazione ha scelto di celebrare la Festa della Toscana 2019 attraverso un programma di eventi che include la consegna degli attestati ai 52 bambini nati nel 2018 e residenti a San Gimignano e per i quali sono stati piantati altrettanti alberi sul territorio. La consegna dell’attestato di intitolazione dell'albero per ogni singolo bambino avverrà sabato 30 novembre 2019 alle ore 11:45 in Piazza delle Erbe e lì sarà svelata l’ubicazione dell’albero
Piazza delle Erbe intitolata a Wangari Maathai, prima donna africana a ricevere il Premio Nobel per la pace nel 2004 per il suo contributo alla causa dell’ambiente, della democrazia e della pace. Ieri, in occasione delle celebrazioni per la Festa della Toscana, è stata scoperta una targa di intitolazione con i ragazzi delle classi terze della Scuola Secondaria di primo grado e alla presenza del sindaco Andrea Marrucci, alla Giunta e ai rappresentanti del Consiglio Comunale. A precedere l’intitolazione della piazza anche un consiglio comunale aperto a cui hanno partecipato gli stessi alunni confrontandosi con amministratori e rappresentanti politici sul tema della “necessaria connessione tra protezione dell’ambiente, armonia ecologica e salvaguardia della pace”.
L’intitolazione di Piazza delle Erbe a Wangari Maathai “per aver testimoniato l’importanza della connessione tra protezione dell’ambiente, lotta per l’armonia ecologica e salvaguardia della pace, concretizzando nelle sue azioni ben 3 dei Sustainable Development Goals, l’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile: proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno e fermare la perdita di diversità biologica; raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze; promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia, e creare istituzioni efficaci, responsabili ed inclusive a tutti i livelli”. L’amministrazione comunale di San Gimignano ha fatto proprie le parole di Wangari Maathai in cui invita ogni persona a “pensare globalmente e agire localmente” e in coerenza con questa intitolazione ha scelto di celebrare la Festa della Toscana 2019 attraverso un programma di eventi che include la consegna degli attestati ai 52 bambini nati nel 2018 e residenti a San Gimignano e per i quali sono stati piantati altrettanti alberi sul territorio. La consegna dell’attestato di intitolazione dell’albero per ogni singolo bambino avverrà sabato 30 novembre 2019 alle ore 11:45 in Piazza delle Erbe e lì sarà svelata l’ubicazione dell’albero.
Wangari Maathai (1940-2011) Quando il Kenya era una colonia inglese, le figlie dei contadini Kikuyu non andavano a scuola. Un fratello di Wangari convinse però la madre a lasciare che lei frequentasse con lui le elementari del villaggio e un insegnante la raccomandò alla scuola primaria. Dopo il diploma e grazie a borse di fondazioni statunitensi, frequenta il college di St. Scholastica e l’università di Pittsburgh dove si laurea in biologia. Nel 1971 è la prima keniota a ricevere un dottorato e nel 1974 la prima a diventare professore assistente.
Wangari fonda Envirocare, una società che crea vivai e dovrebbe finanziarsi vendendo alberi. Envirocare fallisce, anche per l’ostilità del governo che distribuisce terre statali ai propri protetti, i quali le disboscano per far posto a grandi piantagioni di tè e di caffè. Durante la giornata mondiale per l’ambiente del 1977, con altre donne del Consiglio nazionale, pianta sette alberi in un parco appena fuori città. «Un simbolo di pace», spiegherà. È l’inizio del movimento femminile Green Belt, contro il degrado ambientale, ma anche contro la corruzione e il “tribalismo” del partito unico di Daniel arap Moi, presidente dal 1978 al 2002. Le attiviste sono picchiate, incarcerate, minacciate di morte, ma continuano a distribuire semi e a insegnare alle altre a curare i vivai, a difenderli con forme di lotta non violent.
Mentre Wangari Mathai colleziona premi internazionali, la sua popolarità e quella di Green Belt continuano a crescere e il movimento si trasforma.
Lotta anche per la democrazia, giustizia uguale per tutti, diritti umani e civili, libertà di espressione, e più tardi cancellazione del debito estero dei paesi più poveri. Occupa terre pubbliche cedute spesso illegalmente a società straniere, campi da golf costruiti per gli amici del presidente e persino il parco al centro di Nairobi dove il presidente intende costruire un grattacielo e farne la sede del proprio partito. Le campagne di diffamazione, gli arresti e i processi si moltiplicano.
Nel 2002 Wangari Maathai – con una “a” in più perché l’ex-marito le ha vietato di usare il cognome da sposata – si presenta alle elezioni con la Coalizione arcobaleno. «Volevo far vedere che non c’erano solo ladri, che doveva esserci un altro modo di far politica, nel mio paese». Nella sua circoscrizione viene eletta con il 98% dei voti.
Nel 2004 riceve il premio Nobel per la pace per il suo contributo allo sviluppo sostenibile, alla democrazia ed alla pace.
Pubblicato il 1 dicembre 2019