"Poggibonsi dice sì", nasce il comitato per il referendum costituzionale. Coordinatore il consigliere Pd Pianigiani

A Poggibonsi nasce il comitato per il "sì" al referendum costituzionale. La campagna per il referendum di ottobre è ufficialmente iniziata. E sui territori si inizia a lavorare per spiegare i motivi del sì e le caratteristiche della riforma. A coordinare il neo nato comitato a Poggibonsi sarà Alessio Pianigiani, consigliere comunale Pd e membro della segreteria comunale di Poggibonsi

 
  • Condividi questo articolo:
  • j

A Poggibonsi nasce il comitato per il "sì" al referendum costituzionale. La campagna per il referendum di ottobre è ufficialmente iniziata. E sui territori si inizia a lavorare per spiegare i motivi del sì e le caratteristiche della riforma. A coordinare il neo nato comitato a Poggibonsi sarà Alessio Pianigiani, consigliere comunale Pd e membro della segreteria comunale di Poggibonsi. 

«L’obiettivo del comitato che nasce - dice Alessio Pianigiani - è quello di cogliere appieno lo spirito che dell’idea lanciata dal nostro premier Matteo Renzi il 2 maggio a Firenze. Ovvero fare una gigantesca campagna casa per casa, porta per porta. Noi insomma siamo parte dei comitati per il sì, una parte di quei 10mila comitati che stanno nascendo in tutta Italia».

«Per quanto riguarda le adesioni – fa notare Pianigiani - al momento è possibile e contattare il comitato scrivendo a [email protected]. Presto ci daremo una struttura e una organizzazione efficace. Importante è iniziare questo lavoro perché siamo consapevoli che ci sia davvero tanto da fare per illustrare la riforma e spiegare le ragioni del sì alle persone. Dovremo davvero andare porta per porta, casa per casa. E a anche su questo a breve faremo conoscere le iniziative in corso. Sicuramente la Festa dell’Unità a luglio sarà uno dei momenti clou». 

La riforma  abolisce il sistema del bicameralismo perfetto e disegna la nuova natura del Senato. Il numero dei senatori passa da 315 a 100, ovvero 74 consiglieri regionali, 21 sindaci, 5 senatori nominati dal capo dello Stato per 7 anni. Il Senato non avrà più il potere di dare o togliere la fiducia al governo, che sarà una prerogativa della Camera. Il Senato avrà però la possibilità di esprimere proposte di modifica anche sulle leggi che esulano dalle sue competenze. Potrà esprimere, non dovrà, su richiesta di almeno un terzo dei suoi componenti e sarà costretto a farlo in tempi strettissimi. Il Senato avrà indietro alcuni dei poteri che gli erano stati sottratti, tra cui il più importante è quello in materia di politiche comunitarie. Insomma, il Senato si occuperà di enti locali italiani e anche di Europa. Avrà poi il ruolo di controllore delle politiche pubbliche e di controllo sulla Pubblica Amministrazione. Potrà infine eleggere due giudici della Corte Costituzionale. Per l’elezione del presidente della Repubblica cambia il quorum, non basterà più la metà più uno degli elettori, ma serviranno i due terzi per i primi scrutini, poi i tre quinti, dal settimo scrutinio saranno necessari i tre quinti dei votanti. L’effetto più importante sarà che l'approvazione delle leggi sarà quasi sempre prerogativa della Camera, con il risultato che l'iter sarà molto più rapido. Il governo avrà una corsia preferenziale per i suoi provvedimenti, la Camera dovrà metterli in votazione entro 70 giorni. Inoltre, con la riforma del Titolo V della Costituzione viene rovesciato il sistema per distinguere le competenze dello Stato da quelle delle regioni. Sarà lo Stato a delimitare la sua competenza esclusiva (politica estera, immigrazione, rapporti con la chiesa, difesa, moneta, burocrazia, ordine pubblico, ecc.). Aumentano anche i poteri della Corte Costituzionale, che potrà intervenire, sempre su richiesta, con un giudizio preventivo sulle leggi che regolano elezioni di Camera e Senato. Con la riforma si superano definitivamente le province e si inserisce la nuova legge elettorale. 

Pubblicato il 5 maggio 2016

  • Condividi questo articolo:
  • j
Torna su