Poggibonsi, night chiuso dalla Guardia di Finanza per lavoro nero
Nell'ambito dell'intensificazione dei controlli in corso da parte della Guardia di Finanza di Siena a tutela del lavoro e a contrasto dei fenomeni di sfruttamento della manodopera dipendente, nei giorni scorsi le Fiamme Gialle senesi hanno concluso gli accertamenti nei confronti di un locale notturno della Valdelsa che utilizzava quasi esclusivamente personale completamente in nero
I Finanzieri avevano iniziato il controllo al night-club nei giorni precedenti, quando i militari della Tenenza di Poggibonsi si erano presentati presso il locale notturno poco dopo l’apertura, intorno alle ore 22, accertando nell’occasione la presenza di 10 lavoratrici, impiegate come intrattenitrici e bariste, tutte straniere e molto giovani seppur di maggiore età, di cui 8 sono risultate completamente in nero e 2 irregolari. Oltre alle 10 donne trovate il giorno dell’intervento, gli approfondimenti eseguiti hanno consentito di accertare che in precedenza ulteriori 3 intrattenitrici avevano lavorato nel locale notturno. Pertanto, le lavoratrici irregolari individuate sono risultate essere complessivamente 13, di cui 11 completamente in nero.
Nei confronti dell’imprenditore, una persona di origine kosovara, è stata emessa una diffida e sono state contestate sanzioni per oltre 100mila euro. Inoltre, in considerazione dell’avvenuto accertamento da parte dei Finanzieri di un numero di dipendenti assunti in nero superiore alla soglia del 20% di tutto il personale dipendente dell’impresa, è scattata per il datore di lavoro la segnalazione all’Ispettorato Nazionale del Lavoro di Siena per la sospensione dell’attività. Sospensione che, in concreto, è avvenuta nei giorni scorsi ed ha comportato la chiusura del night-club che perdurerà fino a quando non verranno regolarizzate le posizioni dei lavoratori dipendenti trovati in nero e pagate le sanzioni.
L’attenzione delle Fiamme Gialle senesi nei confronti del fenomeno del “lavoro nero” e dell’evasione fiscale in provincia resta alta, anche perché lo sfruttamento della manodopera da parte di imprenditori senza scrupoli, oltre a ledere i diritti dei lavoratori privandoli della dovuta tutela assistenziale e previdenziale, genera anche situazioni di concorrenza sleale a discapito delle tante imprese che operano nella legalità e nel rispetto delle regole. Tali comportamenti illeciti, inoltre, creano anche un danno sociale ed iniquità tra i cittadini, se si considera che i lavoratori in questione, percependo il proprio compenso in nero, possono più facilmente usufruire dei contributi e delle agevolazioni da parte di enti assistenziali o del proprio comune di residenza, a danno di chi si trova in condizioni di maggiore disagio e quindi delle fasce più deboli della popolazione.
Pubblicato il 31 gennaio 2018