Poggibonsi, trovata spugna fritta per avvelenare gli animali

Dissidi tra vicini, vicende personali e strane vendette sono solo alcuni dei tanti (ingiustificati) motivi che potrebbero spingere all'avvelenamento di un animale. A Poggibonsi ne hanno fatte le spese gli animali che sono capitati davanti alla scuola Leonardo Da Vinci. E' proprio qui infatti che nei giorni scorsi sono state individuate queste strane polpette. Non si trattava di cibo ma di spugna fritta, una tentazione tanto golosa quanto letale per i cani che cercano di ingerirla.

 
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Si tratta di pezzettini che non contengono veleno, ma agiscono, una volta gonfi, occludendo l'intestino o l'esofago. Purtroppo risultano quasi sempre mortali, nonostante un intervento repentino.
Il fatto è stato subito denunciato sui social network e la solidarietà delle persone è bastata per diffondere il passaparola.
Ma cosa rischia chi compie un atto del genere? In Italia, la detenzione e l'abbandono di bocconi avvelenati (compresa la spugna, in questo caso) è un reato grave del codice penale (legge 189/2004), punibile con la reclusione fino a 18 mesi. La distribuzione di sostanze velenose è addirittura punibile, invece, con la reclusione fino a tre anni e una multa fino a 500 euro (art. 146 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie).
Sanzioni non abbastanza dure? Quel che è certo è che, qualunque sia il costo della multa, non restituisce indietro il proprio amico a quattro zampe.

Alessandra Angioletti

Pubblicato il 30 agosto 2015

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