Preoccupazione delle rappresentanze sindacali per il futuro di GSK a Siena
La RSU: uno stato che potremmo definire ''immobilismo industriale''
Prosegue l’apatia nella quale sono caduti, ormai da mesi, i siti senesi di GSK, uno stato che potremmo definire anche “immobilismo industriale”.
Come tutti sappiamo gli stabilimenti di Siena e Rosia sono i più grandi d’Italia nel campo dei vaccini e forse i secondi in Europa ed avrebbero una capacità produttiva straordinaria, però, incredibilmente, per scelte a noi sconosciute ma che forse immaginiamo, non vengono messi a disposizione per la produzione del vaccino contro il Covid-19.
Nonostante i continui solleciti verso l’Azienda e le istituzioni regionali e nazionali, ad oggi, tranne alcune vaghe comunicazioni del responsabile GSK del sito di Rosia che potevano lasciar sperare in una imminente produzione anche conto terzi, tutto è invece fermo e pietrificato, tranne le preoccupazioni dei lavoratori.
Le vendite dei vaccini contro le meningiti, uniche produzioni di GSK in Italia, sono ai minimi storici, quello che attualmente viene prodotto va ad aggiungersi alle scorte già presenti nei magazzini.
Tutto ciò ha già fatto sì che il premio di produzione, relativo all’anno di esercizio 2020, fosse il più basso degli ultimi anni e per il futuro non si intravedono segnali di miglioramento. Sappiamo anche che alcuni contratti di somministrazione non verranno rinnovati ed altri non saranno attivati.
Come RSU siamo fortemente preoccupati per l’andamento aziendale, soprattutto per i posti di lavoro che potrebbero essere messi seriamente a rischio se l’Azienda non deciderà in tempi brevi di produrre il vaccino contro il Covid.
La RSU FILCTEM CGIL, FEMCA CISL e UILTEC di GSK Vaccini Siena.
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Pubblicato il 17 giugno 2021