Primo caso in Italia: contagiato un 38enne
Ricoverato a Codogno, il 38 enne è grave. Si cerca il modo di trasferirlo al Sacco di Milano
L'uomo nella giornata di ieri, 20 febbraio, si è presentato al pronto soccorso dell'ospedale del Lodigiano, risultando positivo al test del coronavirus. Sono in corso le controanalisi a cura dell'ISS (istituto superiore di Sanità).
Il 38enne - sposato e senza figli - è ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Codogno in prognosi riservata, con insufficienza respiratoria e le sue condizioni sono ritenute molto gravi. Si sta cercando di ricostruire come abbia contratto il virus: da quanto emerso avrebbe cenato in compagnia di un amico che tornava dalla Cina a fine gennaio, ma non è detto che sia stato quello il momento del contagio, visto che i giorni trascorsi da quel momento sarebbero più di quelli finora considerati il periodo di incubazione del virus.
L'amico è stato individuato ed è ricoverato in isolamento al Sacco e sono stati fatti su di lui i primi test, ma si attendono i risultati già oggi. La moglie del 38enne è stata già messa in quarantena. A comunicare la notizia, durante la notte, l'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, che ha convocato una conferenza stampa a Palazzo Lombardia alle 12,30 per fare il punto della situazione. Da questa notte le autorità sanitarie e della Regione sono riunite per capire come muoversi.
Ricostruendo i suoi spostamenti è passato dal Pronto soccorso al reparto di Medicina fino alla Terapia intensiva. Adesso si stanno avviando le procedure per la quarantena per i suoi familiari e con tutti i medici e gli infermieri che sono entrati a contatto con lui: si tratta di una settantina di persone. Gli accessi al Pronto soccorso e le attività programmate dell'ospedale sono stati, a livello cautelativo, attualmente interrotti. Le persone che sono state a contatto con il paziente sono in fase di individuazione e sottoposte a controlli specifici e alle misure necessarie. L'amico con cui è stato a cena è un manager di una società di Fiorenzuola d'Adda che lavora in Cina e lì trascorre quasi tutto l'anno.
Il commento dell'assessore alla Sanità di Regione Lombardia Gallera
"Sono stati già effettuati tutti gli accertamenti diagnostici necessari sui medici, gli infermieri e i pazienti dell'ospedale di Codogno (Lodi) dove si è presentato un paziente poi riscontrato positivo al coronavirus. Abbiamo tutti i tamponi già pronti". Lo ha detto l'assessore alla Sanità di Regione Lombardia, Giulio Gallera, raggiunto telefonicamente da Rainews. Il pronto soccorso era già stato chiuso a scopo precauzionale. "I reparti interessati dagli accertamenti sono anche la terapia intensiva e la medicina interna - ha aggiunto Gallera - mentre gli altri funzionano normalmente".
Le autorità sanitarie stanno cercando il modo di trasportarlo all'ospedale Sacco di Milano - individuato con lo Spallanzani di Roma come quello adatto a trattare i casi di bioemergenze - con un'ambulanza ad alto biocontenimento come quella utilizzata per il ragazzo di 17 anni tornato dalla Cina ma risultato negativo al Coronavirus. Intanto una equipe del Sacco è già andata all'ospedale di Codogno. Nella ricostruzione dei contatti dell'uomo è importante ricordare che la quarantena viene considerata necessaria per chi ha avuto il "primo contatto", cioè chi è stato fino a un metro di distanza per un periodo non occasionale con la persona contagiata.
Fino a ieri i casi negativi in Lombardia erano stati 101. Dei 50 ragazzini in quarantena volontaria da scuola poiché tornati dalla Cina per le feste del Capodanno cinese, già una decina sono rientrati in classe poiché senza sintomi dopo aver completato i 14 giorni di isolamento volontario.
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Pubblicato il 21 febbraio 2020