Primo intervento in Italia di impianto di pacemaker spinale contro il mal di schiena cronico
La novità arriva dalla Neurochirurgia dell’Aou Senese, la tecnica proviene dagli Stati Uniti
Per la prima volta in Italia è stato impiantato a Siena un innovativo pacemaker spinale per il mal di schiena cronico. L’intervento è stato effettuato all’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, dalla UOC Neurochirugia diretta dal dottor Giuseppe Oliveri dal team coordinato dal dottor Francesco Cacciola con una tecnica ideata negli Stati Uniti, dove circa l’80% dei pazienti ha avuto un netto miglioramento della condizione clinica.
«L'intervento chirurgico prevede l'impianto di una piastrina in silicone con 16 contatti elettrici nel canale spinale dorsale per andare a stimolare il midollo», spiega il neurochirurgo Francesco Cacciola, supportato nell’intervento dall’anestesista Angela Gori e della strumentista Vanessa Pucci.
«Gli impulsi per la stimolazione derivano da una batteria ricaricabile che viene impiantata sotto la cute come nei pacemaker cardiaci - aggiunge il dottor Cacciola - la differenza è che mentre il pacemaker va a stimolare elettricamente il cuore, il neuro-stimolatore va a stimolare delle strutture nervose, al livello cerebrale o spinale». Studi recenti dicono che il mal di schiena cronico rappresenta una delle cause principali di invalidità e di perdita di produttività al mondo, anche legata al progressivo aumento dell’età della popolazione. Il mal di schiena è molto frequente e si stima solitamente che 8 persone su 10 avranno almeno un forte episodio di mal di schiena nella vita che richiede cure, come fisioterapia e farmaci. La Neurochirurgia e il Servizio di Terapia del Dolore, coordinato dal dottor Stefano Lippi, vedono e trattano pazienti con lombalgia che non rispondo più a fisioterapia o farmacoterapia. Le persone affette da mal di schiena cronico aumentano con l'età e si stima che nella popolazione anziana un paziente su quattro soffra di questo problema.
«Questa procedura si chiama neuro-modulazione - aggiunge ancora il dottor Francesco Cacciola - si tratta di una procedura che non è di per sé nuova e viene praticata già da anni nella nostra unità operativa per il Morbo di Parkinson ed i tremori (si parla di neuro-modulazione cerebrale) così come per alcune forme di dolore cronico come post-operatori e agli arti neuropatici (neuro-modulazione spinale). La novità della procedura da noi eseguita consiste nel fatto che la neuro-modulazione spinale può ora essere usata anche per la lombalgia - conclude Cacciola - grazie allo sviluppo di una nuova generazione di neuro-stimolatori e di nuovi algoritmi di programmazione. Il primo paziente che abbiamo trattato è un uomo di 70 anni che abbiamo già dimesso con un ottimo decorso postoperatorio e stiamo per concludere la fase di programmazione per impostare i parametri ideali».
Potrebbe interessarti anche: Caso David Rossi, archiviata l'indagine sulla sua morte
Torna alla home page di Valdelsa.net per leggere altre notizie
Pubblicato il 20 gennaio 2021