Protesta Esso a Colle di Val d'Elsa contro Petrolifera Adriatica: prezzi troppo cari per sopravvivere

«Non stiamo chiedendo nulla - ha detto il presidente nazionale FAIB Martino Landi -, se non il rispetto delle leggi che ci sono in questo settore, che vengono puntualmente calpestate e portano situazioni di questa natura. Abbiamo costretto, dopo un anno e mezzo di rifiuto, la Petrolifera Adriatica a intavolare una trattativa, ma, nei tre o quattro incontri degli ultimi mesi continuano a fare proposte indecenti. Abbiamo deciso allora di portare la società in Tribunale con delle cause individuali, azione intrapresa da gran parte dei gestori toscani iscritti alla FAIB»

 
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Si è tenuta questa mattina, al distributore Esso in località La Badia a Colle di Val d’Elsa, la manifestazione di protesta dei gestori toscani del gruppo Petrolifera Adriatica contro l’azienda. Questa, come si legge nella nota ufficiale della FAIB (Federazione Autonoma Italiana Benzinai) Confesercenti, “benché condannata dal Tribunale di Roma, continua a violare la legge, non applica gli accordi e mette in atto rappresaglie economiche nei confronti dei gestori che osano chiedere il rispetto delle norme e della loro dignità”.

Sono intervenuti il presidente nazionale FAIB Martino Landi, il presidente di FAIB Toscana Marco Princi e Simone Bezzini, consigliere regionale del Partito Democratico. Presenti anche il segretario del Pd colligiano Stefano Nardi, il vice sindaco di Colle di Val d’Elsa Lodovico Andreucci e, alla fine, il segretario della Lega Valdelsa Riccardo Galligani, oltre a numerosi altri gestori Esso che sono venuti da tutta la regione per esprimere la propria solidarietà al collega Massimo Rossi.

Cos’è successo

La Esso ha deciso di dismettere gli impianti e non essere più presente nel mercato italiano nella distribuzione. Ha deciso quindi qualche anno fa di cedere tutti i suoi impianti a società diverse, che hanno acquisito con un acquisto di ramo d’azienda la proprietà di tutti gli impianti. Ad aprile 2017, 135 gestori a marchio Esso toscani sono stati fatti confluire dalla “casa madre” alla società Petrolifera Adriatica con un contratto di affitto di ramo d’azienda e un contratto in esclusiva. C’è ancora il marchio Esso, ma, se ci fate caso, visibile soltanto su un lato del distributore di benzina.

I gestori, sono obbligati ad acquistare in esclusiva il carburante Esso e a rispettare i prezzi che vengono “consigliati” da chi è titolare dell’autorizzazione. Oltre a questo c’è un altro tipo di contratto, siglato il 16 luglio 2014, che lega economicamente i gestori con la società e che venne fatto a suo tempo con la Esso per normare i margini che la compagnia petrolifera riconosceva a tutti i gestori. Il D. Lgs 32/98 e la L. 57/2001 definiscono i parametri per cui il margine del gestore deve essere contrattato a livello nazionale tra l'impresa di riferimento e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei gestori.

«Subentrare con l’acquisto di un ramo di azienda significa subentrare in tutte le obbligazioni, sia attive - ha spiegato Landi - che passive. La nuova proprietà, una volta subentrata, ha calpestato tutte le regole del settore e ha pensato bene di disattendere quell’accordo che riguardava i margini, perché considerato per loro troppo oneroso. Petrolifera Adriatica ha dimezzato in modo unilaterale tutti i margini».

«Non stiamo chiedendo nulla - ha aggiunto -, se non il rispetto delle leggi che ci sono in questo settore, che vengono puntualmente calpestate e portano situazioni di questa natura. Abbiamo costretto, dopo un anno e mezzo di rifiuto, la Petrolifera Adriatica a intavolare una trattativa, ma, nei tre o quattro incontri degli ultimi mesi continuano a fare proposte indecenti. Abbiamo deciso allora di portare la società in Tribunale con delle cause individuali, azione intrapresa da gran parte dei gestori toscani iscritti alla FAIB».

La storia di Massimo Rossi

«Metto in discussione il mio lavoro: 28 anni passati sul piazzale mattina e sera per 365 giorni all’anno. Questo posto non vale più niente grazie a questi signori». Massimo Rossi è il primo gestore toscano ad aver vinto la causa contro Petrolifera Adriatica. Il giudice ha condannato la società al pagamento della cifra fissa prevista dall’accordo, oltre agli interessi e alle spese processuali. «Rossi ha vinto la causa e la società continuerà a riconoscergli quanto dovuto fino a quando non ci siederemo a un tavolo per un nuovo accordo. Nel frattempo la società cosa ha fatto? Ha visto bene di aumentare il prezzo. L’obiettivo è chiaramente quello di far fallire il gestore», ha detto Landi.

Mediamente la stessa società con questo marchio nelle zone limitrofe vende il carburante a sei/sette centesimi meno di questo impianto. In effetti, durante la nostra permanenza alla Badia, sono veramente pochi i clienti che si sono fermati a riempire il serbatoio delle proprie autovetture. Basta consultare i dati visibili sul sito PrezziBenzina.it, forniti direttamente dal Ministero dello Sviluppo Economico, per constatare che il prezzo del carburante del distributore di benzina è il più caro in città e il più costoso tra gli impianti della zona che dipendono da Petrolifera Adriatica. Alla data dell’8 febbraio, se da Rossi la benzina costa 1.509/litro, a Siena alla strada di Pescaia e in viale Mazzini costa 1.439/litro, a Poggibonsi a Salceto e in Borgaccio 1.449/litro. Su questa cifra il gestore guadagna due centesimi lordi.

«Le regole non sono andate avanti contemporaneamente al mercato e a tutte le liberalizzazioni – ha detto Rossi -. Noi commercianti ne facciamo le spese, nonostante ci siano delle norme che però non sono state rispettate. La Petrolifera Adriatica ha imposto nuovi margini che non ci permettono di sopravvivere. Per questo ho fatto ricorso alla giustizia. Il Tribunale mi ha dato ragione, però purtroppo ora subisco questa ritorsione, che è inammissibile. Oltre a me, che sono evidentemente in difficoltà, mi dispiace per tutti i clienti che avevo. Io è 28 anni che sono qua. Ho visto alcuni di loro nascere e crescere e ora li vedo che mi abbandonano. Continuerò a procedere per le vie legali con onestà, come ho sempre fatto, finché posso».

«Non possiamo continuare a sopportare un abuso di posizione dominante, non possiamo continuare a sopportare un atteggiamento così vessatorio, che costringe i gestori al fallimento – ha ribadito Landi -. Denunceremo questo comportamento anche all’AntiTurst».

«Oggi molti gestori hanno dovuto mandare a casa uno o due dipendenti – ha aggiunto infine Marco Princi -. In più, hanno aumentato in maniera esponenziale anche il differenziale tra self e servito, cosa che danneggia anche i disabili e le persone anziane, che sono costrette a chiedere assistenza per fare rifornimento. Questo è inaccettabile. Ognuno di noi qui, a seconda delle scadenze delle sentenze, sarà un nuovo Rossi».

Il sostegno delle istituzioni

«Apprezzo l’iniziativa che FAIB Confesercenti per la sensibilità e l’attenzione con cui stanno portando avanti la vertenza, in una condizione difficilissima – ha detto il consigliere Simone Bezzini -. Il Consiglio regionale si è già interessato alla vicenda nel 2017: il collega Niccolai presentò una mozione per chiedere un’attivazione di un tavolo nazionale e un ruolo più incisivo da parte delle istituzioni nazionali per cercare di evitare questa situazione. Purtroppo il comportamento intollerabile e arrogante di Petrolifera Adriatica è dovuto anche a un’azione non del tutto incisiva delle autorità nazionali. Ribadisco la disponibilità del Consiglio e della Giunta a intraprendere ulteriori azioni, anche per tenere i riflettori ulteriormente accesi, considerateci a disposizione».

L'assessore alle attività produttive, al credito, al commercio e al turismo della Regione Toscana, Stefano Ciuoffo, ha fatto recapitare una nota stampa nella quale si legge: «Ciò che sta accadendo è un atteggiamento stupefacente visto che non solo non si rispetta la normativa vigente ma c’è un tribunale che si è pronunciato. Petrolifera Adriatica si sta comportando in modo assolutamente deprecabile e mi auguro che torni presto sui suoi passi perché non solo mette in crisi i gestori degli impianti, ma pur di farlo arreca anche un disagio ai consumatori. Non comprendiamo questo suo modo di comportarsi in questa vicenda che si trascina da anni mostrandosi anche chiusa al confronto più basilare. Abbiamo sostenuto la battaglia dei gestori toscani e continuiamo a restare al loro fianco come Regione».

Alessandra Angioletti

Pubblicato il 14 febbraio 2019

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