Referendum, a San Gimignano il Sì supera il 62%. Il comune turrita tra i primi in Italia per il Sì
E' tempo di riflessioni sul Referendum anche per il Comitato Bastaunsì di San Gimignano. «Il No ha vinto ed è stata una vittoria netta, inequivocabile. In democrazia il voto si può analizzare, ma si deve prima di tutto rispettare - fanno sapere dal Comitato in una nota -. Noi ritenevamo che questa riforma potesse consegnarci un assetto istituzionale migliore e, con esso, una democrazia più solida, funzionale e partecipata»
E' tempo di riflessioni sul Referendum anche per il Comitato Bastaunsì di San Gimignano, per bocca di Stefano Di Piazza. «Il No ha vinto ed è stata una vittoria netta, inequivocabile. In democrazia il voto si può analizzare, ma si deve prima di tutto rispettare - fanno sapere dal Comitato in una nota -. Noi ritenevamo che questa riforma potesse consegnarci un assetto istituzionale migliore e, con esso, una democrazia più solida, funzionale e partecipata. La maggioranza degli italiani la pensava diversamente. La partecipazione è stata superiore a tutte le attese. Tantissimi cittadini si sono confrontati sulla nostra carta costituzionale e questo è un dato di cui tutti dovremmo essere contenti perché non c’è democrazia senza partecipazione».
«Detto questo, il risultato ottenuto a San Gimignano ha dello straordinario. Su 36 comuni della Provincia di Siena solo tre hanno saputo fare meglio e nessuno di questi supera i 5000 abitanti - si legge nella nota -. San Gimignano ha dato un bellissimo esempio di partecipazione con un’affluenza oltre il 79%. Il Sì ha prevalso in modo netto. Infatti su 4761 votanti, i Sì sono stati 2926 e i No 1787, mentre le schede bianche sono state 18 e le nulle 30. Il Sì dunque si è affermato con il 62,08% dei voti. Questo colloca San Gimignano tra i comuni in Italia in cui il Sì ha ottenuto il risultato migliore. Abbiamo fatto scelte diverse da altri comitati e, se le cose non fossero andate bene, ci saremmo presi le nostre di responsabilità».
«Ci siamo rifiutati di giocare con la paura delle persone (il rischio instabilità, i mercati, ecc.), cercando invece di investire sulla loro capacità di sperare nella costruzione di qualcosa di migliore. Abbiamo preferito il confronto sul merito delle questioni alla mera polemica politica - spiega Stefano Di Piazza -. Il comitato è stato composto sia da militanti del Partito democratico sia da persone che non militano in quel partito. Abbiamo organizzato dieci iniziative pubbliche sul merito della riforma sparse su tutto il territorio comunale e che hanno visto la partecipazione di autorevoli costituzionalisti e scienziati politici con l’intento di creare le migliori condizioni per comprendere questa riforma e le sue ragioni. Abbiamo sempre evitato di cadere in facili strumentalizzazioni e semplificazioni».
«Sono stati otto mesi intensi. Grazie a coloro che, pur da una posizione diversa dalla nostra, hanno cercato di tenere alto il piano del confronto e hanno contribuito a questo grande momento di partecipazione. Quello che ci unisce è più di quello che ci divide. Un grazie speciale però a coloro che hanno animato il nostro comitato e seguito con interesse la sua attività. Grazie per il vostro impegno, la passione e le idee. Fare politica contro qualcosa è molto più semplice che fare politica per qualcosa - conclude la nota -. Aggregare consenso attorno ad una protesta è molto più semplice che aggregare consenso attorno ad una proposta. Noi, insieme a tutti quei sangimignanesi che hanno sostenuto questa riforma, abbiamo scelto la strada più difficile e ce l’abbiamo messa tutta. Dobbiamo esserne orgogliosi. Questo è il punto da cui ripartire».
Pubblicato il 8 dicembre 2016