Referendum, sì o no? Confronto finale tra due valdelsani per gli indecisi in vista del voto
Da mesi ormai si discute sul voto di domani, 4 dicembre 2016. Sono tante le argomentazioni portate da entrambe le parti, a favore o contro il disegno di legge proposto dal Governo Renzi. Abbiamo chiesto a due valdelsani di rispondere a cinque quesiti, che toccano i principali temi della riforma per permettere a quei lettori che ancora non si sono decisi di schiarirsi le idee. Da una parte Vassili Campatelli, ex sindaco di Gambassi Terme, a favore del no; dall'altra Giacomo Bassi, primo cittadino di San Gimignano, che invece sostiene il disegno di legge
Stiamo votando la fiducia al Governo o la Riforma Costituzionale?
GB: Si vota solo sulla Costituzione ma è indubbio che l'appuntamento di domenica sarà anche un'indicazione sulla stagione riformista forte che stiamo vivendo. Quindi la vittoria del Sì comporterebbe l'irrobustimento di questa stagione. Se prevale il No ci saranno conseguenze importanti: il Presidente del Consiglio e il Governo ne dovranno tener conto e trarne le conseguenze, sarebbe un atteggiamento di serietà. Secondo me, se si può fare un appunto sulla proposta di modifica, è che è troppo poco rispetto a ciò che serve al Paese: la stato è barocco e va rifondato per i tempi moderni al fine di semplificarlo. Quello su cui insisto è che la Riforma non incide sui principi della Costituzione, ma sull'organizzazione dello stato che non è più attuale. E questo me ne rendo conto tutti i giorni facendo il sindaco.
VC: Se, come mi auguro, vincerà il NO saranno semplicemente abolite le modifiche (gli stravolgimenti) fatte alla Costituzione. Sul governo si deciderà quando ci saranno le elezioni politiche. Questo vero e proprio terrorismo sulle catastrofi incombenti in caso di vittoria del NO è proprio fuori luogo, oltre ad essere anche offensivo per la intelligenza dei cittadini. C'è una grande mistificazione ed una menzogna alla base di tutta la propaganda governativa: dicono di volere il “cambiamento “, addirittura di essere contro il “sistema”, ma tutti, dico tutti i poteri, le lobby che contano, la finanza, le banche, e così via sono per il SI. Allora, che “cambiamento” vogliono, cosa preparano per il dopo?
Quanto e su cosa si risparmierà se vince il Sì al Referendum?
GB: I risparmi sono di due tipi: di tipo diretto (Senato, Province, Cnel) e di tipo indiretto, che deriva, appunto, dallo snellimento delle procedure e della burocrazia.
VC: Ci prendono in giro. Non parlano dei veri problemi (lavoro, salute, territorio, sicurezza),sprecano in mance risorse preziose e ci vengono a raccontare dei risparmi che si faranno inventandosi le cifre. Tanto i conti veri li vedremo dopo. Ci sarebbero pochi risparmi (circa 50 mln di euro, un quinto del costo attuale). La realtà è che il Senato resta, non si supera il bicameralismo ma lo si rende solo più confuso e si creeranno conflitti tra Stato e Regioni e tra Camera e Senato. Tutto si giustifica perché vogliono fare più in fretta, ma dovremmo invece fare bene, ascoltare di più la società italiana. Si vuol assoggettare la sovranità popolare (la democrazia) ai tempi e ai modi della finanza internazionale, si vuol colpire la rappresentanza e la autonomia delle istituzioni.
Di cosa si occupa il Cnel e chi ne farà le veci se verrà abolito?
GB: Il Cnel si occupa di studiare ed elaborare strategie per il lavoro e poteva essere utile nel 1948, ma adesso è completamento superato. Ci sono miriadi di centri alla Banca d'Italia e in Parlamento in grado di farne le veci; oltre agli organismi sovranazionali come OCSE, FMI e UE.
VC: Nessuno piangerà per l'abolizione del CNEL, ma da questo non verrà nessun miracolo al Paese. Questa ossessione che tutti i mali dell'Italia dipendano dalla Costituzione attuale è insopportabile. L'idea alla base di tutta questa storia è che basti “cambiare” per risolvere tutto: ma se è chi detiene il potere che vuole questo cambiamento, di cosa stiamo parlando, chi ci guadagnerà, chi avrà più peso, più forza? Si cerca di ridurre il peso dei parlamenti e dei cittadini per poter applicare le politiche di austerità, privatizzare acqua, scuola, sanità e servizi essenziali, precarizzare il lavoro senza i vincoli e gli impacci che possono derivare dalla sovranità popolare. Questa è la posta in gioco, a questo bisogna cominciare a dire NO.
La Riforma del Titolo V sui rapporti Stato-Regioni cambia qualcosa nel sistema sanitario pubblico?
GB: L'errore che spesso si commette è che, con la Riforma, il sistema sanitario pubblico passa allo Stato e le Regioni non hanno più voce in capitolo. In realtà, allo stato si attribuisce la programmazione sanitaria, mentre viene lasciata alle Regioni la fase gestionale. Credo che tutti i cittadini dalla Lombardia alla Calabria debbano essere posti sulla stessa linea, in una logica di giustizia sociale. Da sindaco, mi piace soffermarmi anche sull'aspetto del turismo. È impensabile proseguire come adesso con 20 offerte turistiche diverse da Regione a Regione: all'estero conoscono soltanto il brand Italia e, forse, Tuscany. Quindi ben venga la delega allo stato della materia della promozione turistica.
VC: Ci sarebbe tanto da rivedere sui rapporti tra Stato e Regioni ma queste modifiche sono solo pericolose. Si allontanano ancora di più le sedi di decisione dai cittadini; non si cerca di far funzionare meglio le cose, si vuol solo accentrare il potere decisionale. Il sistema sanitario pubblico che fa capo alle Regioni ha bisogno di risorse certe, di efficienza, di smettere con l'aumento dei ticket e con le code per le prestazioni. Su questo bisognerebbe concentrarci, non sui miracoli delle riforme costituzionali.
E' vero che si rinuncia all'elettività del Senato?
GB: Il senato cambia in camera delle autonomie locali. Il meccanismo elettorale che verrà previsto consentirà, comunque, al cittadino di votare sia per il candidato consigliere, sia per chi dovrà rappresentarlo in Senato. Sicuramente è un'elezione indiretta, ma garantisce lo stesso la rappresentatività. Una legge che disciplini le modalità di elezione del senato è, a tutta evidenza, impossibile farla prima dell'approvazione della riforma
VC: I senatori restano, ma non sono più eletti direttamente dai cittadini. La cosa è così grossa e scandalosa che stanno inventando che dopo troveranno il modo ecc. ecc. Questo ci dice tanto sulla superficialità (e l'arroganza) con cui si è manomessa la Costituzione. Invito i cittadini a leggere le modifiche a fronte del testo originario. Si legga in nuovo articolo 70 sulle funzioni legislative, ad esempio,( il testo vero non il riassunto che fanno per propaganda) e si confronti con la semplicità di quello attuale; ma la Costituzione venne fatta a suo tempo anche per essere capita, queste modifiche ho l'idea che siano fatte per imbrogliare.
Pubblicato il 3 dicembre 2016