Rina Chiarini e Remo Scappini, una stele per non dimenticare

«Un piccolo gesto se paragonato all'impegno, al dolore e al sacrificio che Rina Chiarini e Remo Scappini hanno vissuto in nome della Libertà del nostro paese e in confronto alla portata di ciò che, insieme a tanti altre persone che non ci sono più, hanno compiuto per l’Italia. Mi auguro – ha detto il sindaco Brenda Barnini –. che questa stele rappresenti per tutti, passando da questa piazza, un momento di riflessione verso il valore dell’antifascismo»

 
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Da questa mattina, sabato 16 settembre, piazza del Convento, a Santa Maria, ospita una stele in memoria di Rina Chiarini (Clara) e Remo Scappini, partigiani. Un’iniziativa che l’amministrazione comunale ha voluto realizzare ascoltando anche i propositi del Comitato Santamariese, che raccoglie numerosi cittadini residenti, e dell’ANPI di Empoli. L’inaugurazione è avvenuto di fronte a numerosi rappresentanti politici, dell’associazionismo locale e tanti cittadini.

Presenti anche l’onorevole Dario Parrini, l’assessore regionale Vittorio Bugli, rappresentanti della giunta comunale di Empoli, il vicesindaco Franco Mori, gli assessori Fabrizio Biuzzi e Fabio Barsottini, consiglieri comunali come Dusca Bartoli, Samuele Marconcini, Beatrice Cioni, Alessio Mantellassi, anche presidente ANED. In prima fila gli ex partigiani Dario Del Sordo, Ugo Morchi e Rolando Fontanelli accanto all’assessore alla memoria del Comune di Empoli Eleonora Caponi. Da Fucecchio il Gonfalone civico accompagnato dall’assessore alle politiche Sociali Antonella Gorgerino. Non sono mancati i parenti della coppia di partigiani i nipoti Valerio e Carlo Chiarini, e Tania Scappini. Alessandro Cioni è intervenuto per la sezione ANPI di Empoli e Piero Bartalucci ha parlato per il Comitato Santamariese. Presente anche Roberta Nardi, presidente della Casa del Popolo di Santa Maria. Prima e dopo la cerimonia di scopertura hanno cantato i componenti del Mirincoro, coro popolare diretto da Simone Faraoni. Erano presenti inoltre rappresentanti delle forze dell’ordine cittadine e associazioni di ex deportati e ex carabinieri. Non è mancata la presenza del proposto di Empoli Don Guido Engels.

«Un piccolo gesto se paragonato all’impegno, al dolore e al sacrificio che Rina Chiarini e Remo Scappini hanno vissuto in nome della Libertà del nostro paese e in confronto alla portata di ciò che, insieme a tanti altre persone che non ci sono più, hanno compiuto per l’Italia. Mi auguro – ha detto il sindaco Brenda Barnini –. che questa stele, realizzata con passione dal geometra del Comune Andrea Sequi, rappresenti per tutti, passando da questa piazza, un momento di riflessione verso il valore dell’antifascismo che ha fatto di Empoli la capitale toscana della lotta di Liberazione, proprio grazie a donne e uomini come Rina e Remo, loro stessi ‘monumenti’ di un periodo che deve essere ben presente in tutti noi».

L’installazione e l’inaugurazione del monumento in memoria della coppia partigiana avviene in occasione del 73° anniversario della Liberazione di Empoli, città che con i suoi 500 volontari nell'esercito di liberazione è stato uno dei punti nevralgici dell'antifascismo in Toscana. 

Il monumento è una stele in acciaio corten in cui trovano spazio i nomi dei due partigiani e un simbolo a loro dedicato, un richiamo a un fiore stilizzato.

Marito e moglie, entrambi empolesi, furono tra i principali protagonisti della lotta di Liberazione: per il suo contributo alla Resistenza Rina Chiarini, detta Clara, fu insignita della medaglia d'argento al valor militare.
Anche Remo Scappini pagò a caro prezzo il suo antifascismo, ma 12 anni di carcere duro non lo piegarono. Fu a capo della rivolta del popolo genovese contro i nazifascisti , e come presidente del Comitato di Liberazione della Liguria ricevette nelle sue mani la resa delle truppe tedesche comandate dal generale Meinhof. 

LA STORIA (da sito web ANPI / DONNE E UOMINI DELLA RESISTENZA)

Rina Chiarini

Nata ad Empoli (Firenze) il 16 dicembre 1909, deceduta a Empoli il 20 ottobre 1995, operaia, Medaglia d'argento al valor militare.

A 11 anni aveva dovuto smettere di frequentare la scuola, per contribuire, dopo l'arresto del padre antifascista, alle necessità della sua famiglia. Era poi stata assunta, come operaia, in una vetreria e già qui aveva preso a collaborare col "Soccorso Rosso". Nel 1926 la giovane si era iscritta al Partito comunista clandestino e per anni - per il solo fatto che le si conosceva una relazione con Remo Scappini - fu sottoposta, dalla polizia e dai fascisti, a ripetuti arresti e intimidazioni. Quando, finalmente, Scappini uscì dal carcere, Rina poté sposarlo. Era l'aprile del 1943, e la non più giovanissima coppia si spostò a Milano. Qui Rina condivise con Remo i rischi della lotta clandestina e lo stesso avvenne quando i due si spostarono a Genova, dove la donna fu valida collaboratrice (con il nome di battaglia di "Clara"), del Comando regionale delle Brigate Garibaldi. Il 6 luglio del 1944, Rina cadde nelle mani della polizia fascista. Portata nella famigerata Casa dello studente di Genova, la donna fu sottoposta a pesanti interrogatori e sevizie, nonostante fosse in avanzato stato di gravidanza. Perse dolorosamente il suo bambino, ma non si lasciò sfuggire la minima ammissione. Lo stesso comportamento irremovibile, Rina Chiarini tenne davanti al Tribunale militare fascista che, il 29 luglio del 1944, condannò alla pena capitale altri cinque coimputati che, il giorno dopo, sarebbero stati fucilati. La donna si salvò, ma di lì a poco fu di nuovo condotta, con altri trenta patrioti genovesi, davanti ai giudici, che la condannarono a 24 anni di reclusione. Tradotta nel lager di Bolzano con gli altri imputati, Rina riuscì ad evadere, nel marzo del 1945, con una compagna di prigionia. Raggiunse fortunosamente Milano e di qui, la sera del 26 aprile, poté ricongiungersi, a Genova, al marito, che aveva appena ottenuto le resa delle truppe tedesche del generale Gunther Meinhold. Fino all'ultimo, Rina Chiarini è stata a fianco di Remo Scappini nell'impegno per la pace e la giustizia sociale. Oltre che della Medaglia d'argento al valor militare, "Clara" è stata decorata della Stella d'oro al valore partigiano, conferitale dal Comando generale delle Brigate Garibaldi.

Remo Scappini

Nato ad Empoli (Firenze) il 1° febbraio 1908, deceduto ad Empoli il 15 giugno 1994, operaio, dirigente comunista.

A dieci anni cominciò a lavorare come garzone in una bottega di biciclette e a quattordici fu assunto come operaio in una fabbrica di fiammiferi. Nato in una famiglia di antifascisti (suo padre fu arrestato per aver partecipato allo sciopero generale del marzo 1921 ad Empoli contro le violenze dei fascisti fiorentini appoggiati dai carabinieri e agli scontri che ne seguirono), Remo cominciò l'attività politica raccogliendo fondi a sostegno dei detenuti. Divenne poi dirigente dei giovani comunisti empolesi e nel 1926, essendo già in vigore le Leggi eccezionali fasciste, passò al Partito comunista con l'incarico di vice responsabile regionale per la Toscana.
Ricercato dalla polizia, Scappini riuscì, sul finire del 1930, a riparare, con documenti falsi, a Parigi. Vi restò poco. L'anno dopo era alla "Scuola leninista" di Mosca e nel 1933 era già, clandestinamente, in Italia ad organizzarvi le lotte operaie e antifasciste. Arrestato a Faenza e deferito al Tribunale speciale, Scappini fu condannato a ventitré anni di reclusione. Ne scontò oltre nove, gran parte dei quali nel carcere di Civitavecchia, dal quale uscì per l'amnistia del 1942.
Arruolato nell'Esercito, Scappini diserta pochi mesi dopo e, ripresi i contatti col Centro interno del Partito comunista, è mandato a Torino a dirigere l'organizzazione comunista del Piemonte. Vi resta sino all'ottobre del 1943, quando passa a Milano, ma dopo aver lasciato a Torino un'organizzazione già attiva sia nella formazione dei primi GAP, sia nella costituzione delle prime bande partigiane.
Da Milano, nel novembre '43 si sposta a Genova, dove nel giugno 1944 è nominato responsabile del Triumvirato insurrezionale per la Liguria. Scappini tiene saldamente in mano l'organizzazione dei patrioti che si battono contro i nazifascisti, nonostante i numerosi arresti che coinvolgono anche la moglie, Rina Chiarini (che l'aveva sposato dopo aver atteso, per tredici anni, che il suo uomo tornasse in libertà).
Come responsabile del PCI e poi come presidente del CLN della Liguria, l'operaio empolese svolse un ruolo di primo piano nella condotta della guerra di liberazione nella regione, che si concluse, il 25 aprile del 1945, con la firma, nella allora sede della Curia arcivescovile a Villa Migone, dell'atto di resa ai partigiani italiani del generale tedesco Gunther Meinhold e dei suoi 30.000 soldati.
Nel dopoguerra Scappini ricoprì importanti incarichi nel PCI. Deputato e poi senatore per tre legislature, fu anche eletto tre volte consigliere comunale a Empoli e, nel 1985, a Genova. S'impegnò anche in Puglia e, finché è vissuto, ha dato un importante contributo all'attività dell'ANPI, dell'ANED, dell'ANCR e dell'ANPPIA, svolgendo anche, (spesso in collaborazione con la moglie, come nel volume Ricordi della Resistenza), una vasta attività pubblicistica. I testi, così come oltre 1.500 volumi della sua biblioteca, atti parlamentari, documenti di partito, sono ora raccolti, ad Empoli, nel "Centro di documentazione dell'antifascismo e della Resistenza", intitolato a Remo e Rina Scappini.

Pubblicato il 16 settembre 2017

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