Rsa e Covid, la Fp Cgil Firenze: 'Situazione allarmante'
Le proposte del sindacato
"Si rincorrono in queste ore notizie allarmanti sulla situazione delle RSA da ogni zona della città metropolitana di Firenze che si sta aggravando con nuovi focolai ed alti numeri di contagiati Covid tra ospiti e operatori, con situazioni che mettono a rischio la garanzia della copertura dei turni per mancanza di personale. Serve una strategia complessiva per affrontare i prossimi mesi, da mettere in campo in poche ore. Sicurezza, prima di tutto, con DPI di livello superiore ed una campagna di test a operatori e utenti.
Serve adeguare i Livelli di Assistenza per migliorare una migliore qualità dell’assistenza attraverso più tempo dedicato all’igiene e alla cura di ogni ospite. Per fare questo servono assunzioni di nuovo personale, anche per garantire le sostituzioni, e qualificazione dell’assistenza anche con una formazione sul lavoro. Bisogna rafforzare il governo clinico pubblico con Girot e Usca dedicate alle RSA così da essere in relazione con i servizi sanitari pubblici territoriali e ospedalieri.
Per gestire i casi Covid positivi, come abbiamo ampiamente potuto constatare nella prima ondata, non è possibile una gestione all’interno delle RSA che sono luoghi di relazione degli ospiti. I numero degli anziani positivi sono alti, così come il numero di lavoratori nelle strutture infettate non è sufficiente per garantire l’assistenza. In questa fase la presa in carico da parte del pubblico non copre i bisogni di personale che, dovendo garantire l’attività ordinaria, non è sufficiente nemmeno per gli ospedali, pertanto serve ottimizzare le risorse aprendo strutture dedicate per gli ospiti di RSA contagiati dal Covid dove dare loro la migliore assistenza sanitaria concentrando le forze. Strutture dedicate che permettano la netta separazione tra residenti positivi e non e l’ottimizzazione del poco personale disponibile. Un settore delicatissimo che ha bisogno di attenzione e di una strategia complessiva da mettere in campo immediatamente, per gli utenti di quelle strutture, ma anche per la tenuta complessiva del nostro sistema socio sanitario regionale".
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Pubblicato il 7 novembre 2020