San Gimignano, inaugurata la mostra su Robert Capa. Cinque buoni motivi per vederla
Le immagini sono state selezionate dalla serie di 937 foto della Master Selection del Museo Nazionale Ungherese di Budapest, che insieme a New York e Tokyo, rappresenta il più grande custode del patrimonio fotografico di Capa. Sono intervenuti alla presentazione l'Assessore alla Cultura del Comune di San Gimignano Carolina Taddei, il vice direttore del Museo Nazionale Ungherese di Budapest e la curatrice della mostra Beatrix Lengyel, che ci ha poi guidato in una commossa visita all'esposizione
E' stata presentata questa mattina alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea "Raffaele De Grada" di San Gimignano la mostra "Robert Capa in Italia 1943-1944". Si tratta di 78 fotografie tutte in bianco e nero, scattate dal grande fotoreporter quando il nostro Paese stava vivendo uno dei momenti più delicati e drammatici della sua storia, ovvero quello della Seconda Guerra Mondiale e dell'arrivo degli alleati. Le immagini sono state selezionate dalla serie di 937 foto della Master Selection del Museo Nazionale Ungherese di Budapest, che insieme a New York e Tokyo, rappresenta il più grande custode del patrimonio fotografico di Capa. Sono intervenuti alla presentazione l'Assessore alla Cultura del Comune di San Gimignano Carolina Taddei, il vice direttore del Museo Nazionale Ungherese di Budapest e la curatrice della mostra Beatrix Lengyel, che ci ha poi guidato in una commossa visita all'esposizione.
Alla fine della mostra abbiamo stilato cinque validi motivi per cui è praticamente impossibile lasciarsela scappare.
1) Robert Capa è uno dei più grandi fotogiornalisti mai esistiti, se non il più grande. Nasce a Budapest il 22 ottobre 1913 con il nome di Endre Friedman. Esiliato dall'Ungheria, a soli 18 anni si trasferisce a Berlino, dove si iscrive alla Facoltà di Scienze Politiche e studia giornalismo per due semestri. Nonostante non sia mai stato un soldato, passa la maggior parte della sua vita nei campi di battaglia come corrispondente per numerose riviste di fama internazionale, come “VU”, “Regards”, “Ce Soir”, “Zürcher Illustrierte Zeitung”, “Picture Post”, “Illustrated London News”, “Weekly Illustrated”, “Life”. Ha personalmente assistito, solo per citare qualche esempio, alle atrocità della guerra civile spagnola, dove perde la compagna Gerda Taro, all'avanzata degli americani in Italia per la Liberazione, allo sbarco in Normandia, fino alla guerra in Vietnam, dove muore nel 1954.
2) La dimensione umana delle fotografie di Capa. Come ha fatto notare il vice direttore del Museo Nazionale d'Ungheria, non c'è una sola fotografia di Capa in cui non sia presente una persona. La dimensione umana è uno degli elementi che più caratterizza il suo lavoro e che fanno maggiormente riflettere chi lo osserva. Nonostante i colori, le nazionalità, i torti e le ragioni, sono prima di tutto uomini i protagonisti immortalati dal suo obiettivo, uomini uguali, appesantiti tutti dal grave carico della guerra.
3) Direttamente nel teatro di guerra. Robert Capa ha la capacità di trovarsi insieme ai protagonisti delle sue fotografie. Potrebbe essere uno dei soldati che avanza appesantito dalle armi e dalla stanchezza. Potrebbe essere una delle donne costretta a rifugiarsi tra le montagne per scappare dai bombardamenti. Ha il grande pregio di trasportare chi osserva direttamente nel teatro di guerra.
4) Guerra e pace. Nessun visitatore può restare indifferente alle scene immortalate da Capa nelle 78 fotografie esposte a San Gimignano. Il volto della bambina ferita e portata in salvo da una casa in rovina, le facce rigate dal pianto delle donne al funerale dei propri figli e ritratte in alcune foto arrivano come veri e propri pugni allo stomaco. Tuttavia, i giochi di luce e ombre, l'armoniosità delle figure e dei paesaggi rendono le immagini talmente belle da riappacificare, in qualche modo, col mondo circostante.
5) L'importanza di conoscere l'aspetto italiano dei fotoreportage di Capa. Tra le 837 fotografie selezionate nella Master Selection, ben 78 sono state scattate in Italia. E' in Italia infatti, prima dello sbarco in Normandia, che Robert Capa era stato per tre volte, seguendo la strada che dalla Sicilia ha portato gli americani ad Anzio. Grazie a queste immagini scattate a Palermo, Troina, Salerno, Napoli, Maiori, Cassino, Anzio molti italiani hanno potuto riconoscere i propri cari. C'è un'immensa eredità che gli italiani devono quindi conoscere e hanno il dovere di far conoscere.
"Robert Capa in Italia 1943- 1944" sarà visitabile a partire da domani, sabato 5 marzo, fino al 31 agosto alla Galleria d’arte "Raffaele De Grada", a San Gimignano.
Alessandra Angioletti
Foto di Carlo Pellegrini
Pubblicato il 4 marzo 2016