Saverio Tommasi a Tavarnelle con il suo ultimo libro ''In fondo basta una parola''
Lo scrittore e giornalista incontrerà il pubblico giovedì 4 novembre alle ore 21 presso il Circolo ricreativo Arci La Rampa di Tavarnelle Val di Pesa
Basta una parola per interrogarsi, credere e trasmettere fiducia, sentirsi consapevoli ed esprimere gentilezza, lottare contro l’inciviltà e l’indifferenza. Ne è convinto il giornalista e scrittore Saverio Tommasi che con la presentazione del suo ultimo lavoro “In fondo basta una parola”, edito da Feltrinelli, farà tappa a Tavarnelle Val di Pesa giovedì 4 novembre alle ore 21 al Circolo ricreativo Arci La Rampa nell’ambito di un ciclo di incontri promosso e organizzato dal Tavolo della Pace Barberino Tavarnelle in collaborazione con l’Arciconfraternita della Misericordia di Barberino Tavarnelle e Happy Days Onlus. Oltre a condividere la pubblicazione del volume, alla presenza dell’autore, l’evento offrirà l’occasione di consegnare all’associazione Sheep Italia Onlus, di cui Saverio Tommasi è presidente, gli indumenti di lana (coperte, guanti, cappelli, scaldacollo) realizzati per i senza dimora da un gruppo di cittadine e cittadini di Barberino Tavarnelle. Alla serata prenderanno parte Anna Brancaccio, presidente dell’associazione Happy days Onlus e l’assessore alle Politiche della Pace Marina Baretta.
“Un ringraziamento particolare - dichiara l’assessore Marina Baretta - che valorizza il progetto di raccolta portato avanti nel nostro territorio da un gruppo molto partecipato. È un'occasione per parlare proprio della cura degli altri e di ciò che concretamente possiamo fare per condividere, usare il dialogo come strumento di interazione, capire noi stessi e il mondo che ci circonda”.
Il libro “In fondo basta una parola”
Cinquanta parole per interrogarsi: dalle più disarmanti, come grazie o vergogna, alle più coraggiose, come trasgressione, scabroso, fino ad arrivare alle fondamentali, lavoro, cuore, paura, vita e morte. Cinquanta parole che portano con sé cinquanta piccole storie di disaffezione quotidiana all’indifferenza, perché la rivoluzione gentile può partire soltanto da parole dannose al conflitto. Perché una parola può ferire, ma può anche salvare. Usare le parole oggi, impiegare tempo per farle risuonare, significa non avere perso la speranza. Per Saverio Tommasi “portarsi dietro delle parole nelle tasche dei pantaloni, nel taschino della camicia, della giacca, infilate nella punta delle scarpe, dentro i calzini e finanche nelle mutande significa avere l’ardire di cercare una soluzione nonostante tutto e senza il preconcetto del luogo più adatto a impiegarle. Significa mantenere la sfacciataggine di pensare che non tutto è perduto”. E farlo, aggiunge, non solo è divertente, ma è l’occasione per scoprire e per scoprirci. “Procuratevi una lampara,” ci invita l’autore, “per cercare le vostre parole preferite in mezzo alle altre. Procuratevi uno scalpello e un bedano per i tagli più profondi. Un vocabolario per calmare la vostra fame. Non siate timidi e tiratele fuori, le parole, non siate tirchi e datele come conforto, condividetele come dialogo.” Delle parole e delle storie è sempre stato innamorato, Saverio Tommasi, e ha iniziato presto a usarle per capirsi e per capire. Fino a farle diventare lo strumento della sua professione: oggi è uno dei giornalisti più seguiti in Italia.
Foto Saverio Tommasi Facebook
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Pubblicato il 3 novembre 2021