Sequestrati articoli contraffatti per il Carnevale
La guardia di Finanza ha sequestrato in un esercizio commerciale della Valdelsa senese centinaia di articoli privi di regolare marchio "CE". Commerciante valdesano rischia una pesante multa
Le fiamme gialle in questi giorni hanno squestrato, in un esercizio commerciale della Valdelsa senese, centinaia di articoli per travestimenti per il carnevale, destinati per lo più ai bambini, e commercializzati sul territorio nazionale privi di regolare marchio "CE".
Ora il commerciante rischia una sanzione amministrativa che può arrivare sino a 10mila euro. Ancora una volta è proprio a tutela dei più piccoli che i finanzieri hanno intrapreso questa capillare attività. L’obiettivo, infatti, è sempre quello di neutralizzare il commercio dei prodotti non genuini ed insicuri che, qualora immessi in vendita, a prezzi decisamente bassi in virtù della scarsa qualità dei materiali utilizzati, mettono in pericolo la salute dei consumatori alterando nel contempo le regole del mercato e della leale concorrenza.
Secondo quanto previsto dalla normativa di settore la marcatura “CE” sui giocattoli deve essere apposta in modo visibile, leggibile ed indelebile sul prodotto o su un’etichetta affissa o sull’imballaggio, al fine di consentire al consumatore di orientare una scelta consapevole nell’acquisto di un prodotto, poiché tale segnatura attesta la conformità dei prodotti agli standard di sicurezza europei.
L’attività testimonia il costante presidio attuato dal Corpo sul territorio senese, a tutela dell’economia legale e, nel caso specifico, al contrasto alla contraffazione e all’abusivismo commerciale, coerentemente alle linee di indirizzo impartite dall’autorità di vertice del Corpo e al ruolo della Guardia di Finanza di polizia economico finanziaria. La vendita di prodotti insicuri, oltre a minacciare la salute dei consumatori, altera pesantemente il regolare funzionamento del mercato, penalizzando gli imprenditori onesti a vantaggio di pochi operatori senza scrupoli attenti alle sole logiche di profitto e non a quelle di legalità.
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Pubblicato il 12 febbraio 2020