Siena e provincia, sospetti casi di Blue Whale: indagini della Polizia di Stato
Sono stati segnalati a Siena e in provincia nei giorni scorsi alcuni episodi sospetti riconducibili al fenomeno del “Blue Whale”. Nato in Russia, il pericoloso “gioco” velocemente diffusosi attraverso il web, prevede che un adolescente, segua un percorso consistente in una escalation di atti di autolesionismo, seguita a distanza da un “curatore”, sino a giungere al suicidio
Sono stati segnalati a Siena e in provincia nei giorni scorsi alcuni episodi sospetti riconducibili al fenomeno del “Blue Whale”. Nato in Russia, il pericoloso “gioco” velocemente diffusosi attraverso il web, prevede che un adolescente, segua un percorso consistente in una escalation di atti di autolesionismo, seguita a distanza da un “curatore”, sino a giungere al suicidio. Si sono registrati, in effetti, soprattutto nell’ultimo mese, numerosi suicidi o tentativi di suicidio posti in essere da ragazzi proprio per aver aderito al Blu Whale.
In particolare, sono giunti all’attenzione anche della Questura di Siena almeno due episodi, in uno dei quali è apparso subito evidente che una minorenne era rimasta coinvolta nel “gioco mortale”. Un dirigente scolastico e un’insegnante di una scuola secondaria della provincia hanno segnalato alla Polizia di Stato il caso di una ragazza di 13 anni, che era stata notata a scuola con dei tagli sull’avambraccio sinistro e sul palmo di una mano.
La ragazza, si era procurata un’incisione con la scritta F57 e una lacerazione riproducente la parola Yes sulla coscia destra. Immediatamente sono stati allertati i genitori dell’adolescente e i servizi assistenziali, cui è seguita la segnalazione alle altre autorità compenti. La giovane ha riferito nel corso delle indagini alla Polizia che, tramite telefono cellulare, ha avuto contatti sulla rete e ha iniziato a seguire il percorso Blue Whale, sia perché attratta dal crescente interesse sul tema e sia perché stava attraversando un periodo di forte crisi individuale, tipico dell’età adolescenziale.
Il pronto intervento della Polizia di Stato, supportato dai docenti scolastici, ha evitato che la ragazza potesse continuare in un percorso che, come la cronaca di questi giorni dimostra, già si è rivelato letale in tante altre occasioni. Il telefono cellulare della ragazza è stato sequestrato e sono in corso ulteriori indagini allo scopo di individuare il “curatore”. Anche un altro giovane, che presentava dei tagli superficiali sugli avambracci, è stato segnalato alla Polizia di Stato.
Le immediate indagini, avviate anche con la preziosa collaborazione dei genitori, hanno portato ad escludere gli investigatori che il minore, sebbene a conoscenza del “gioco”, vi avesse aderito. Ciononostante, il telefono cellulare del ragazzo è stato consegnato ai poliziotti spontaneamente per i successivi approfondimenti.
Pubblicato il 20 giugno 2017