Sostenibilità, un concetto stantio?
Il cambiamento che ci aspetta, quando i concetti di sviluppo sostenibile e di responsabilità rappresentano la svolta verso un nuovo futuro etico
La sostenibilità è un concetto “datato”. Se non ve lo siete mai chiesti, questo termine venne elaborato nel lontano 1987 dal WCECD, una commissione che aveva come scopo quello di integrare il concetto di crescita con quello di conservazione del capitale naturale. Secondo quella commissione, lo sviluppo sostenibile poteva essere inteso come quello “sviluppo che preserva i bisogni del presente senza compromettere le opportunità delle future generazioni”.
Da allora molte cose sono cambiate. Basti pensare che nel 1987 parole come “Internet” o “Smartphone” non facevano neanche parte del vocabolario nostrano. Tuttavia, nonostante i molti progressi tecnologici avvenuti negli ultimi 30 anni, la sfida della sostenibilità resta sempre accesa. Nel 2019 la Commissione Europea ha presentato un piano molto ambizioso volto a cambiare la rotta della nave europea verso un futuro maggiormente sostenibile. Il piano rinominato “Green New Deal”, nasce dall’intenzione di sostenere la lotta contro i cambiamenti climatici e la promozione dei diritti degli individui. Per questo motivo, secondo la Commissione, almeno 260 miliardi di € devono essere investiti annualmente nei settori chiave per la promozione dei valori etici ed ambientali.
Una domanda resta aperta. Infatti, a molti anni di distanza dalla sua nascita il termine sostenibilità rimane oscuro ai più. Per spezzare una lancia a favore di chi non riesca a muoversi nella giungla di definizioni ed interpretazioni, non si può non affermare che il termine sostenibilità sia di facile lettura. Per molti esso indica la capacità delle aziende - e non solo - di continuare ad operare in maniera indefinita. Per altri rappresenta la simbiosi tra uomo e natura. Un po’ come il gusto dell’Estathé, a voi la scelta del termine che più vi aggrada. Tuttavia, una cosa è certa, questa parola chiama in causa i valori etici e morali. Sì, perché non esiste sostenibilità senza responsabilità.
Facciamo un esempio concreto
1995 Shell, famosa compagnia petrolifera, decide di smantellare una vecchia stazione petrolifera giunta ormai al termine della sua vita e situata nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico. Dopo essersi consultata con i suoi advisor, la compagnia britannico-olandese decide che il modo migliore per liberarsi della stazione petrolifera sia quello di farla affondare negli abissi dell’oceano. Ecco, questa storia, che vi potrà sembrare simile a molte altre, sarebbe potuta benissimo terminare qui se non fosse stato per quel concetto di responsabilità a cui facevamo riferimento pocanzi. All’epoca, una rampante associazione di ambientalisti, chiamata Greenpeace, fece di questa storia la sua battaglia personale. La lotta si preannunciava durissima: la compagnia petrolifera prometteva battaglia, dopotutto i costi di uno smaltimento in porto sarebbero stati troppo alti - circa 46 mln di £ - rispetto ad un affondamento nel mezzo dell’oceano - circa 12 mln £. Dopo mesi di lotte contro Shell e contro i suoi cannoni ad acqua, finalmente nel luglio del 1995 la famosa associazione ambientalista riuscì a spuntarla ed a compiere la sua missione originaria. La stazione petrolifera venne infatti ormeggiata a largo del porto di Erfjord e l’Oceano Atlantico fu salvo una volta per tutte.
Questa storia ci insegna una lezione molto importante. Sostenibilità significa responsabilità. Ritornando all’esempio precedente, nel periodo di massimo scontro Shell perse il supporto di tanti clienti ed investitori: nessuno voleva avere a che fare con la società che stava deliberatamente inquinando i mari e distruggendo l’habitat marino del Nord Europa. In definitiva per essere sostenibili si deve compiere una scelta consapevole. Lo sviluppo sostenibile di cui abbiamo parlato inizialmente non può infatti prescindere dall’assunzione di responsabilità, assunzione di responsabilità che ci chiama tutti in causa, dalla grande società petrolifera al piccolo cliente di bottega. Il cambiamento verso un mondo migliore parte da ognuno di noi, siamo pronti per un mondo sostenibile?
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Pubblicato il 18 giugno 2020