Strage ferroviaria di Viareggio: dalla Valdelsa ''Facciamo Rumore''
Erano le 23.48 del 29 giugno 2009, 12 anni fa l'inferno squarciò l’aria, il tempo, la città, le vite
Ero proprio là, quella notte. Soggiornavo per alcuni giorni in un appartamento che affaccia sulla linea ferroviaria, vicino alla stazione, adiacente l’Esselunga di Viareggio, il 29 giugno di 12 anni fa. Erano le 23.48 e dormivo pesantemente quando un boato, forte, sordo, anomalo mi svegliò di soprassalto.
Mia figlia allora piccola si svegliò e l’ora successiva passai a provare a farla riaddormentare, ma non era facile: un viavai continuo di sirene si susseguivano in un cantalenare a tratti lento a tratti insistente e veloce… Mi chiesi cosa potesse essere successo, ignara della catastrofe che si era verificata e della estrema fortuna che avevo avuto, se quel treno avesse deragliato solo poche centinaia di metri prima, ora non potrei raccontarlo. Guardai alla finestra, non riuscii a vedere le fiamme perché l’angolazione non me lo permetteva, ma fuori era tutto avvolto da un alone di fumo arancione. Adesso avevo pensato ad un incendio, ma non mi sembrava plausibile: tutta la visuale che vedevo guardando fuori era avvolta in un manto soffuso misto di fumo e sirene e colori giallo-arancioni, che tipo di incendio può offuscare tutto così? Sarebbe stato troppo grande.
Ed immenso era.
Sì perché in quella strage morirono 32 persone; le sirene che non cessarono nemmeno alle luci del mattino, quella terribile notte smorzarono il fuoco ma non poterono portare indietro le lancette del tempo, la catastrofe era accaduta.
Un treno carico di Gpl in prossimità della stazione ferroviaria di Viareggio deragliò, portandosi via con sé tante vite, di persone ignare, persone che dormivano nei loro letti, persone che in motorino passano lì per caso in una calda notte di inizio estate, o come un fornaio mi dissero, che a quell’ora di notte stava recandosi al lavoro e attraversava il sovrappasso ferroviario, e tante altre ancora.
Il giorno dopo le fiamme erano spente: lo scenario che quell’incidente ferroviario aveva restituito era apocalittico, un ossimoro in termini, un contrasto inverosimile: la città che vuole essere uno dei simboli della Toscana in estate, la città sinonimo di vacanza e spensieratezza, mostrava alla vista immagini “di guerra”: la stazione ferma, senza gente, il ponte del sovrappasso crollato, i muri neri di fumo, gli edifici da entrambi i lati dei binari, bruciati con i vetri rotti, le fiamme erano arrivate perfino alla sede della Croce Verde in via Garibaldi… Distante dai binari, troppo distante; solo allora capii la portata della tragedia.
L’anno scorso a causa della pandemia non si è tenuto l’usuale corteo, che stringe Viareggio ma non solo in una processione dedicata al ricordo delle 32 vittime di quella notte.
Con la onlus il modo che vorrei Viareggio, i familiari hanno chiesto di fare rumore a tutte le città d’Italia, hanno richiesto un segno e tanti hanno risposto appendendo striscioni con scritto che “non si dimentica”, ma anche attraverso i social.
Non si dimentica, per molti motivi, uno tra gli altri la mancanza di risposte: la giustizia italiana non ha fatto in tempo a darle; ormai 6 mesi fa, l’8 gennaio, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani disse: "Sono totalmente amareggiato per il verdetto sulla strage di Viareggio. Ferisce profondamente il fatto che la prescrizione impedisca di rendere giustizia alle famiglie delle 32 vittime e all'intero territorio viareggino, alla Lucchesia, alla Toscana tutta, che quella notte fu squarciata dall'esplosione". Aspettiamo di leggerne le motivazioni.
Alle 11.00 verrà celebrata la S. Messa presso il cimitero della Misericordia, mentre per stasera le famiglie alle 21.15 hanno organizzato il corteo con partenza dalla Passeggiata a mare viareggina che si snoderà per le vie cittadine, le campane si faranno sentire con i loro rintocchi, i treni suoneranno e tutti, presenti e non, saremo stretti in quel ricordo.
Immagini da profilo Facebook Ilmondochevorreiviareggio
S.B.
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Pubblicato il 29 giugno 2021