Street art a km 0 per ricucire il tessuto urbano e sociale
La strada come luogo di "possibilità e contaminazione"
Nelle settimane passati mi è capitato di riflettere molto sul tema della street art, soprattutto in quei giorni in cui eravamo tutti (chi più chi meno) chiusi nelle nostre abitazioni sotto effetto delle misure restrittive che miravano al distanziamento sociale. Del resto la strada è luogo di incontro, mescolamento, unione. E’ il luogo delle possibilità, della contaminazione. Con questo spirito, soprattutto negli ultimi anni sono nati molti progetti che miravano a riqualificare il contesto urbano della nostra Val d’Elsa attraverso interventi di tipo artistico. E l’arte si sa, lascia sempre un messaggio, figuriamoci questo tipo di arte che vive, ogni giorno.
E me ne sono reso conto documentando le varie iniziative portate avanti sul locale proprio per promuovere la street art. Penso a Local Art Wall, Dots, Walldelsa, Urban Connection iniziative che hanno lasciato il segno sulla strada ma non solo. Con il passare degli anni è nato un vero e proprio movimento di stampo street che piano piano si è radicato sempre di più qui in Val d’Elsa. Si parla di nuovi linguaggi che spesso e volentieri non seguono le logiche tradizionali della cultura. Eppure sempre di cultura si tratta, una cultura adolescente che sta cercando la sua direzione nella vita. Sta a noi decidere come tirarla su: questo però va deciso adesso. Sono convinto che se abbiamo imparato qualcosa da questa pandemia è che nessuno di noi ha tempo da perdere.
Tutti noi, dopo la fine del lockdown, ci siamo riversati in strada. Abbiamo preso una boccata d’aria tornando piano piano a frequentare quei luoghi che tanto ci erano mancati nei mesi passati. E forse, con un pizzico di stupore, abbiamo notato tante di quelle cose che prima davamo per scontate presi dalla frenesia del quotidiano. Penso che su questo occorra riflettere. Personalmente mi è successo di tornare negli scorsi giorni al Multipiano del Vallone, un luogo che personalmente mi è molto caro, sia perché durante gli scorsi anni l’ho raccontato nel bene e nel male, sia perché nella nostra zona è meta di molti viaggiatori appassionati di street.
Viviamo un momento di forte crisi, non solo economica. Ci sarà bisogno di rammendare un tessuto sociale che già prima era in forte crisi. La si percepisce in quei luoghi in cui spesso passiamo di fretta (stazioni, parcheggi, aree cadute in abbandono) ed in cui a questo punto è arrivato il momento di fermarsi e guardare e provare ad accettare le sfide della strada, senza voltarsi dall’altra parte.
Stefano Calvani
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Pubblicato il 21 giugno 2020