Streetfood Village: a Poggibonsi tutto esaurito (ma su Internet qualche polemica)
«Più che confermato il successo della scorsa edizione – spiega Massimiliano Ricciarini, presidente e fondatore di Streetfood – con ormai un pubblico di appassionati che in questi tre giorni, grazie anche alla collaborazione con l’amministrazione locale, ha avuto modo di vivere il centro storico di questo borgo in maniera diversa». In tre giorni, nonostante la pioggia che non ha comunque fermato i visitatori, il cibo di strada ha mosso migliaia di appassionati. Su Internet tuttavia non è mancata qualche polemica
La pioggia non ha frenato le migliaia di persone, oltre 30mila, che hanno preso d’assalto l’area del cibo di strada in piazza Matteotti a Poggibonsi (Si) dove si è svolta la seconda edizione dello Streetfood Village, che è stato allestito all’interno di una delle piazze più importanti della città in provincia di Siena, per tre giorni ha mosso l’intera popolazione creando un vero e proprio circolo economico per le attività del centro.
«Più che confermato il successo della scorsa edizione – spiega Massimiliano Ricciarini, presidente e fondatore di Streetfood – con ormai un pubblico di appassionati che in questi tre giorni, grazie anche alla collaborazione con l’amministrazione locale, ha avuto modo di vivere il centro storico di questo borgo in maniera diversa». In tre giorni, nonostante la pioggia che non ha comunque fermato i visitatori, il cibo di strada ha mosso migliaia di appassionati tanto che a metà giornata di domenica in molti degli operatori avevano già fatto registrare il tutto esaurito. Motivo per il quale è già stata confermata la terza edizione in programma per il 2017.
Successo anche per gli eventi collaterali, come la musica dal vivo e l’area riservata ai bambini con giochi e trucca bimbi, a dimostrazione che l’evento ha veramente mosso la città. «Dobbiamo ringraziare anche l'associazione Viamaestra, la Proloco e tutti coloro che hanno dato il loro contributo alla riuscita di questo evento, per la nostra città del tutto originale. Una sinergia come sempre vincente», conclude Ricciarini.
Su Internet tuttavia non è mancata qualche polemica. A parte le lamentele sul caro prezzo dei prodotti, c'è chi, come Slow Food Alta Valdelsa in un commento a un nostro articolo, si domanda quanti e quali prodotti della zona sono usati e se sono state interpellate le associazioni locali attinenti alle filiere agroalimentari (Sindacati CIA Coldiretti etc), i produttori e trasformatori locali. «Insomma - continua - si vuole riconoscere che la sostenibilità alimentare di un territorio significa soprattutto conoscere e condividere i prodotti e le produzioni locali? O si pensa che il cibo possa e debba provenire da qualsiasi luogo della terra senza il minimo rispetto della propria identità e cultura locale?».
Pubblicato il 10 ottobre 2016