Successo per lo spettacolo di Marcorè a Poggibonsi, che chiude Piazze d'Armi e di città
Marcorè, accompagnato dalle voci e dalla musica di Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini, ha scelto di interpretare soprattutto quei brani sconosciuti ai più, consigliando al pubblico di ripescare i pezzi originali dal nostro patrimonio musicale italiano. Parole come libertà, uguaglianza ed empatia hanno coinvolto il pubblico presente, invitato alla riflessione e non soltanto ad un’illogica allegria, come avrebbe suggerito Giorgio Gaber
Nella suggestiva cornice della Fortezza Medicea di Poggio Imperiale a Poggibonsi, si è conclusa ieri sera la quindicesima edizione del festival Piazze d’Armi e di Città, organizzato dal Comune di Poggibonsi e Fondazione Elsa con il patrocinio della Regione Toscana e della Provincia di Siena.
A chiudere in bellezza è stato il concerto spettacolo di Neri Marcorè, Tra Faber e Gaber, omaggio ai due colossi della musica cantautoriale italiana Fabrizio De Andrè e Giorgio Gaber.
Marcorè, accompagnato dalle voci e dalla musica di Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini, ha scelto di interpretare soprattutto quei brani sconosciuti ai più, consigliando al pubblico di ripescare i pezzi originali dal nostro patrimonio musicale italiano.
Parole come libertà, uguaglianza ed empatia hanno coinvolto il pubblico presente, invitato alla riflessione e non soltanto ad un’illogica allegria, come avrebbe suggerito Giorgio Gaber.
Durante lo spettacolo, da parte di Neri Marcorè non sono mancati attacchi pungenti alla politica italiana con l’attualizzazione del brano Si può e con il monologo Sogno in due tempi, entrambi scritti da Giorgio Gaber.
«Spesso - ha spiegato Marcorè - tendiamo a cercare dei capri espiatori che possano in qualche modo salvarci dal metterci di fronte allo specchio e vedere i nostri stessi difetti. Ci fa più piacere vedere i difetti altrui e dare la colpa delle nostre infelicità a qualcun altro».
A concludere lo spettacolo Il pescatore di Fabrizio De André, con l’augurio che tutti riescano a capirne il vero ed autentico significato di buon senso ed empatia.
«Piazze d’Armi e di Città ha compiuto 15 anni e li ha celebrati con un’edizione particolarmente riuscita, sia per la numerosa partecipazione e il crescente gradimento del pubblico, che per l’attenzione e collaborazione con la rete di soggetti terzi che si è ulteriormente ampliata e consolidata - spiega Luca Losi dell’Associazione Timbre, coordinatore generale del festival per conto di Fondazione Elsa - La rassegna più attesa dell’estate poggibonsese è ormai riconosciuta e riconoscibile in ambito regionale, ambito da cui provengono tra l’altro numerosi studenti e partecipanti ai nostri workshop. L’idea di coniugare i linguaggi dello spettacolo contemporanei ai luoghi più belli, culturalmente e storicamente attrattivi del territorio, è una buona pratica ormai consolidata. Da qui il sottotitolo/tema La Strada, un viaggio metaforico e fisico tra via Francigena e i linguaggi dell’arte del presente. La direzione artistica è palesemente condivisa e corale, le associazioni che operano congiuntamente da diversi anni sono: l’Associazione Staccia Buratta, Associazione Blue Train Club, Associazione culturale Timbre, Associazione Music Pool, l’Associazione AdArte, altrettanti sguardi e declinazioni diverse su un centro tematico unico, linguaggi che vanno dal teatro alla musica popolare contemporanea, passando per la danza e i graffiti della street art, diverse espressioni che hanno coinvolto spettatori diversi per età, gusti e interessi».
L’appuntamento con la sedicesima edizione è per il prossimo anno, con altre improntati novità.
Ambra Dini
unacosapiccolamabuonaa.blogspot.com
Pubblicato il 1 luglio 2019