Suona la sirena antiarea per ricordare le bombe su Poggibonsi di 73 anni fa
La cerimonia commemorativa organizzata in collaborazione con l’Anpi di Poggibonsi, ha portato alla deposizione delle corone di alloro alla Targa della “Fabbrichina” in via Trento e al cippo di piazza Mazzini. Alle 11, per la prima volta, è stata suonata la sirena antiarea. «Un momento toccante, un suono che ci ha fatto emozionare riportandoci con forza a quei momenti drammatici – dice il Sindaco -. La guerra semina paura, morte e distruzione ed è doveroso ricordarlo, sempre. Ricordare chi perse la vita, gli amici, gli affetti, la nostra città ferita e distrutta».
«73 anni fa una pioggia di bombe rase al suolo Poggibonsi. Nostro dovere ricordare quelle ore di dolore e distruzione che furono contemporaneamente tragedia e avvio di un percorso di ricostruzione e di rinascita». Così il sindaco di Poggibonsi David Bussagli che questa mattina, 29 dicembre, ha partecipato alle celebrazioni per il 73° anniversario dei bombardamenti su Poggibonsi. La cerimonia commemorativa organizzata in collaborazione con l’Anpi di Poggibonsi, ha portato alla deposizione delle corone di alloro alla Targa della “Fabbrichina” in via Trento e al cippo di piazza Mazzini. Alle 11, per la prima volta, è stata suonata la sirena antiarea. «Un momento toccante, un suono che ci ha fatto emozionare riportandoci con forza a quei momenti drammatici – dice il Sindaco -. La guerra semina paura, morte e distruzione ed è doveroso ricordarlo, sempre. Ricordare chi perse la vita, gli amici, gli affetti, la nostra città ferita e distrutta. Ricordare che su quelle macerie si è avuto la forza di ricostruire».
Alle 13.15 del 29 dicembre 1943 l'aria si riempì del rombo cupo delle “fortezze volanti”, i micidiali bombardieri delle truppe Alleate. Pochi istanti e una pioggia di bombe cadde sulla città. Furono momenti terribili. Alla prima ondata ne seguì una seconda, ancor più devastante. Case, fabbriche, vie e piazze del centro vennero abbattute e distrutte. Sotto le macerie si contarono 105 morti e centinaia di feriti. Il 75 per cento degli edifici venne distrutto e interi quartieri cancellati. Furono distrutti la fascia parallela alla ferrovia, il teatro Ravvivati Costanti, la Fabbrichina dove trovarono la morte gli operai. Il bombardamento del 29 dicembre era stato preceduto da quelli avvenuti ai primi di novembre e due giorni prima, il 27 dicembre, che colpirono la zona di Romituzzo e di Montelonti. Le incursioni aeree dei bombardieri continuarono fino a tutto aprile in quanto Poggibonsi era al centro di un importante nodo stradale e ferroviario ritenuto dagli Alleati di notevole importanza strategico militare e anche per questo venne pesantemente colpita. Sotto quelle macerie si contarono 105 morti e centinaia di feriti. Vittime di una guerra a cui questa città ha pagato un tributo enorme. Furono tanti coloro che si opposero al regime fascista e con lo scoppio del conflitto ed il passaggio del fronte ci fu un forte impegno di Poggibonsi nella Resistenza e per la liberazione d’Italia con la partenza di ben 108 volontari per i gruppi di combattimento del nuovo esercito di Liberazione nazionale.
«Grazie a quei poggibonsesi che allora hanno combattuto e sono morti anche per noi, che hanno ricostruito questa città facendone un luogo di pace - dice Bussagli – Grazie ai presenti, alle autorità e ai cittadini intervenuti. Grazie a chi ci accompagna in questo percorso sulla storia della nostra città e sulla sua memoria che è sempre motivo di riflessione e strumento principe per apprendere e imparare».
Pubblicato il 29 dicembre 2016