Tabernacolo di Vico d'Elsa, concluso il restauro dell'opera rinascimentale

L'investimento sostenuto dal Comune ha riportato agli antichi fasti il manufatto di devozione popolare

 BARBERINO TAVARNELLE
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Il tabernacolo della Madonna col Bambino di Vico d’Elsa torna a vivere in tutto il suo antico splendore. L'effigie mariana che dà il benvenuto all'ingresso di quello che un tempo era l'antico castello valdelsano è stata al centro di un intervento di restauro, autorizzato dalla Sovrintendenza, e sarà presentato in occasione di una cerimonia di inaugurazione in programma domenica 17 ottobre alle ore 11.30 in via Piero Bartalini, dove è situato il prestigioso manufatto. L’intervento è stato possibile grazie all’investimento del Comune che ha finanziato l’opera di restauro, finalizzata a restituire maestosità ed eleganza all’opera conservata all’interno di uno dei tabernacoli rinascimentali più amati dalla comunità. Il trascorrere dei secoli aveva infatti affievolito l’immagine e oscurato i colori danneggiandola nelle parti strutturali. L’affresco era stato interessato in passato da iniziative e raccolte di fondi per il suo recupero.

La figura mariana dipinta all'interno della nicchia muraria è riferibile alla prima metà del Cinquecento. L'immagine è affiancata da due santi, probabilmente San Giuliano e San Iacopo, cari al tema del pellegrinaggio, ed era il simbolo di devozione religiosa per chiunque da viaggiatore facesse il suo ingresso nel borgo, luogo di passaggio lungo la via Francigena per i vicini centri posti al confine tra Firenze e Siena, come San Gimignano e Certaldo.

Sull’attribuzione dell’opera gli studiosi fanno riferimento agli artisti Santi di Tito, che firma anche la Cappella di San Michele Arcangelo a Semifonte, o Giovanni Mannozzi, detto Giovanni da San Giovanni.

“Un’opera di rilievo che parla di storia, cultura e preghiera dei nostri luoghi - dichiara il sindaco David Baroncelli - che accoglie pellegrini, viandanti, cittadini del passato e del presente a testimonianza della grande ricchezza culturale che qualifica il nostro territorio, averla riportata in vita significa valorizzare e tutelare dai segni del tempo una peculiarità del patrimonio toscano che intreccia devozione popolare e arte sacra”.

In questa effigie mariana - precisa l’assessore alla Cultura Giacomo Trentanovi - è racchiusa l’identità di una comunità, l’opera di restauro nasce dalla volontà di accogliere una sensibilità collettiva, portata avanti dagli abitanti e da tutte quelle realtà che hanno condiviso con il Comune il percorso di restauro”. L’intervento è stato realizzato grazie alla collaborazione della Parrocchia di Vico d’Elsa, le associazioni Pro Loco Barberino - Gruppo Archeologico Achu, Giardino Sottovico, coro Voci di Vico, Consiglio di frazione.

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Pubblicato il 14 ottobre 2021

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