Treno della memoria, in viaggio verso Auschwitz protagonista è la Storia

Deportati e uccisi nei campi non si finiva però solo per questioni di "razza" o di genere. Molto sono stati i "politici" ovvero coloro che si opponevano al nazismo partecipando alle formazioni partigiane, o coloro che, militari, dopo l'otto settembre 1943 scelsero di continuare la guerra contro i nazifascisti. Gli studenti hanno incontrato nel gruppo di lavoro i rappresentanti dell'Associazione Nazionale ex Deportati e dell'Associazione Nazionale ex Internati

 
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Si chiama "Lo Spazio della memoria e del racconto" l'attività di incontro e approfondimento, organizzata nelle ore del lungo viaggio, tra storici, comunità e associazioni di deportati con studenti e insegnanti.

I gruppi, della durata di poco meno di un'ora, sono formati da una sessantina di studenti e sono stati pensati per introdurre storicamente i vari argomenti trattati durante la visita ad Auschwitz. Ma servono anche per conoscere e capire la Shoah grazie alla voce. Alle testimonianze delle comunità e delle associazioni che accompagnano i ragazzi nei campi di sterminio.

I temi trattati nei laboratori sono quattro. Si parte dall'incontro con i rappresentanti della Comunità Ebraica che ripercorrono le tappe della Shoah ed approfondiscono in particolare la persecuzione, deportazione e sterminio del popolo ebraico tra Italia fascista e Terzo Reich. L'introduzione storica è affidata a Giovanni Gozzini e partecipano anche Ugo Caffaz e Enrico Fink.

L'incontro con il rappresentante dell'associazione Azione Gay e Lesbica serve invece per meglio conoscere la persecuzione che segnò la vicenda degli omosessuali e delle lesbiche. A parlarne è Massimo Ridolfi, presidente dell'associazione.

Terzo appuntamento con i rappresentanti delle associazioni Rom e Sinti. Gli "zingari" sono stati infatti deportati nei campi nazisti sin dalla loro apertura. Luca Bravi ha curato l'introduzione storica mentre i ragazzi si sono poi confrontati con Ernesto Grandini e Emanuele Piave della comunità sinti di Prato e Ersan Bejzaku e Emran Mustafa per quella rom di Firenze.

Deportati e uccisi nei campi non si finiva però solo per questioni di "razza" o di genere. Molto sono stati i "politici" ovvero coloro che si opponevano al nazismo partecipando alle formazioni partigiane, o coloro che, militari, dopo l'otto settembre 1943 scelsero di continuare la guerra contro i nazifascisti. Gli studenti hanno incontrato nel gruppo di lavoro i rappresentanti dell'Associazione Nazionale ex Deportati e dell'Associazione Nazionale ex Internati. Enrico Iozzelli ha curato l'introduzione storica, e sono intervenuti per Aned Massimo Fornaciari di Pisa, Gabriele Alberti di Prato, Laura Piccioli di Firenze, Alessio Mantellassi di Empoli, per Anpi Bruno Possenti, e per Anei Orlando Materassi.

Intanto il treno è arrivato in Austria, il sole è calato e presto inizierà la lunga notte che porterà il treno della memoria direttamente alla stazione di Oświęcim, un tempo Auschwitz, il comune nel voivodato della Piccola Polonia protagonista del viaggio.

Settemila 501 provenienti da 59 istituti superiori secondari, 60 insegnanti e 60 studenti universitari dei tre atenei di Firenze, Pisa e Siena i ragazzi saliti sul decimo treno della memoria toscano per Auschwitz. Tra questi ci sono anche i giovani dell'Istituto F. Enriques di Castelfiorentino, dell'Istituto Pontormo e del Liceo delle Scienze Umane Pontormo di Empoli.

Pubblicato il 24 gennaio 2017

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