Turismo e commercio al dettaglio in provincia di Siena, Confesercenti: nel 2016 sempre più imprese cancellate

Il tessuto imprenditoriale italiano continua a perdere colpi nel commercio al dettaglio e nella ricettività. E il territorio senese non fa eccezione. Lo evidenziano le variazioni più recenti del Registro imprese rilevate da Confesercenti: un quadro preoccupante, in provincia ancor più che nel capoluogo, e aggravato dalla spirale di deflazione che in queste settimane sta ulteriormente mortificando i consumi

 
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Il tessuto imprenditoriale italiano continua a perdere colpi nel commercio al dettaglio e nella ricettività. E il territorio senese non fa eccezione. Lo evidenziano le variazioni più recenti del Registro imprese rilevate da Confesercenti: un quadro preoccupante, in provincia ancor più che nel capoluogo, e aggravato dalla spirale di deflazione che in queste settimane sta ulteriormente mortificando i consumi.

Alloggi e ristoranti: peggio della media toscana. Nei primi due mesi dell’anno in Italia sono sparite 9mila imprese al dettaglio e 5mila aziende di alloggio e ristorazione. Osservando Siena e provincia, nel confronto sui dodici mesi (primo bimestre 2016 vs primo bimestre 2015) Il comparto dell’accoglienza (strutture ricettive e pubblici esercizi) evidenzia un incremento di imprese registrate (+1,2 % in provincia, + 2 a Siena) minore del resto della Toscana (+3,9), e la generale contrazione degli ultimi due mesi nel nostro territorio è ancora più accentuata (-0,4), al punto che tra gennaio e febbraio di quest’anno in questo comparto sono state registrate solo 2 nuove imprese nel capoluogo, e appena altre 9 nei dintorni.

Dettaglio: freno maggiore nei non alimentari. Più controverso il quadro nel commercio al dettaglio: i saldi degli esercizi alimentari del capoluogo sono positivi (+5,5 su base annua, + 1,1 negli ultimi due mesi) in misura più pronunciata della media regionale ( 0,3 e 1,2): probabile effetto di un orientamento alla vendita soprattutto verso la clientela turistica. Al contempo, in provincia la dinamica 2015 (+0,9) superiore alla media è stata rintuzzata ad inizio 2016 (-2). Il numero di esercizi non alimentari è invece più statico nel capoluogo (+0,5 su base annua, -0,2 nell’ultimo bimestre); in calo più evidente nel resto del territorio (-0,9 e -0,5) in linea con la tendenza regionale.

E-commerce con il fiatone. Dinamiche singolari si registrano in alcuni specifici settori: Ad esempio gli intermediari del commercio nel capoluogo crescono costantemente, in misura maggiore che nel resto della Toscana, ed all’opposto di ciò che avviene in provincia. Sia capoluogo che territorio evidenziano nell’ultimo bimestre una contrazione delle imprese attive nel commercio elettronico, dopo dodici mesi di incremento a ritmo superiore alla media regionale (+11,1 e + 16,1).

Le prospettive. “Emergono segnali chiari per chi governa il territorio – osserva Carlo Conforti, presidente provinciale di Confesercenti – le componenti più diffuse del terziario hanno bisogno di rilancio e di tutele. La Regione Toscana ha praticamente azzerato gli investimenti verso questo tipo di imprese: è tempo di rivedere fortemente queste scelte. Poi c’è il fenomeno della concorrenza ombra: home restaurant senza partita iva, posti letto non censiti, sagre e somministrazioni amatoriali. Si fa finta di non vedere, ma tutte insieme queste componenti provocano un danno crescente per chi opera alla luce del sole, e quindi per l’economia reale. E’ impossibile ragionare di prospettive e di sviluppo ignorando questo stato di cose”.

Pubblicato il 26 marzo 2016

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