Uffici postali della Valdelsa, incontro in Regione per scongiurare le chiusure
A Palazzo Strozzi Sacrati si continua a lavorare per tenere aperti gli uffici postali: tutti i cinquantanove di cui era stata annunciata la chiusura, compresi i diciassette che nel frattempo hanno tirato giù i battenti, e non solo i quarantadue per cui il Tar, a cui si erano rivolti i Comuni, ha imposto una sospensiva. Lunedì 21 settembre 2015 c'è stato infatti un nuovo incontro tra Poste e Regione, dopo quello della scorsa settimana
Il Tar della Toscana ha accolto la richiesta di sospensiva della chiusura degli uffici postali presentata da alcuni Comuni toscani. Tuttavia, gli uffici valdelsani di Castelnuovo d'Elsa (Castelfiorentino), Pievescola (Casole d'Elsa) e Marcialla (Barberino Val d'Elsa) sono ancora a rischio. A Palazzo Strozzi Sacrati si continua a lavorare per tenere aperti gli uffici postali: tutti i cinquantanove di cui era stata annunciata la chiusura, compresi i diciassette che nel frattempo hanno tirato giù i battenti, e non solo i quarantadue per cui il Tar, a cui si erano rivolti i Comuni, ha imposto una sospensiva. Lunedì 21 settembre 2015 c'è stato infatti un nuovo incontro tra Poste e Regione, dopo quello della scorsa settimana. Erano presenti anche i rappresentanti dell'Anci, l'associazione dei comuni toscani, e il caposegreteria del sottosegretario Giacomelli, Alessio Beltrame. Un terzo incontro è stato messo in calendario a breve.
La riunione è servita ad esaminare nel concreto, numeri alla mano, servizi che potrebbero essere gestiti da Poste e far aumentare il volume di affari degli sportelli, a costo zero per la Regione e per le amministrazioni locali.
«E' l'ipotesi scaturita dagli ultimi incontri e su cui stiamo lavorando, su suggerimento anche del sottosegretario Giacomelli», spiega il presidente della Toscana, Enrico Rossi. Una delle idee è quella di offrire a Poste la possibilità di vendere nei propri uffici biglietti ed abbonamenti per treni e bus, come oggi fanno tabaccai, bar e in qualche caso anche supermercati. Il tutto, naturalmente, previo accordo con le aziende di trasporto. Altre ipotesi sotto osservazione riguardano servizi legati a prestazioni sanitarie.
«Apprezzo che nei diciassette uffici già chiusi Poste non abbia ancora disdetto i contratti di affitto - sottolinea Rossi -: vuol dire che c'è ancora la volontà di tenere una porta aperta. Il risultato per cui stiamo lavorando mi sembra vincente per tutti: per Poste che potrà aumentare il proprio volume di affari, per la Regione che vedrà garantito un miglior funzionamento della pubblica amministrazione e per il cittadino che non si vedrà chiudere l'ufficio postale e vedrà aumentare i servizi offerti».
Il presidente della Toscana guarda poi oltre. «Negli ultimi anni ci siamo trovati di fronte a ripetuti piani di razionalizzazione degli uffici postali - conclude Rossi -. Il modello che proviamo a mettere ora in campo potrebbe essere risolutivo e scongiurare anche eventuali e possibili chiusure future».
Pubblicato il 21 settembre 2015