Una centrale a biomasse a Casole d'Elsa? Le associazioni ambientaliste dicono no

La Consulta per l'Ambiente, l'organo comunale che coinvolge i soggetti e le associazioni operanti nel territorio casolese in campo ambientale, si è riunita lo scorso 26 agosto per parlare di un progetto: la realizzazione di un impianto di generazione elettrica alimentato a biomasse. L'azienda proponente è la neonata Vde Valdelsa Pellet Srl, con sede a Livorno ma di fatto composta per la maggior parte del suo direttivo da persone che abitano nel paese valdelsano

 
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La Consulta per l'Ambiente, l'organo comunale che coinvolge i soggetti e le associazioni operanti nel territorio casolese in campo ambientale, si è riunita lo scorso 26 agosto per parlare di un progetto: la realizzazione di un impianto di generazione elettrica alimentato a biomasse. L'azienda proponente è la neonata Vde Valdelsa Pellet Srl, con sede a Livorno ma di fatto composta per la maggior parte del suo direttivo da persone che abitano nel paese valdelsano.

La documentazione sul progetto è scaricabile al link: http://www.casole.it/comune-casole-media/altro/Consulta_Ambiente_26_agosto.zip

Molti dubbi sono subito emersi tra i presenti, riportati in questi giorni sul web dalle associazioni locali e dai partiti all'opposizione. Tra questi quelli di Tamara Tognetti, consigliere di Rifondazione Comunista, che non esita a definire il progetto come "un attacco alla salubrità del territorio". Anche il Movimento Cinque Stelle si mostra scettico e chiede maggiori dettagli con un post sul proprio blog; non è da meno il Comitato Difensori della Toscana.

Durante l'incontro, come riportato da Dario Conte, rappresentante di Casole Nostra, in un'appassionata invettiva, è emerso che "quell’energia è destinata a un impianto per la produzione di pellet. Quindi gli impianti sono due distinti, uno per la produzione di pellet e uno per la produzione di energia da fornire al primo". Sarebbero collocati, sempre secondo il progetto, in località Il Piano, a pochi metri dal campo sportivo, attivi per 24 ore al giorno.

In generale, le principali perplessità sono relative al materiale che verrà utilizzato per la combustione (quale? Quanto? Da dove proviene? Come verrà trasportato?), alla totale assenza di vantaggi occupazionali (poiché l'impianto sarebbe montato da tecnici specializzati di una ditta veronese e sul posto servirebbero massimo due operatori), alla natura dell'impresa privata (che quindi non porterà benefici al territorio se non agli imprenditori coinvolti), alla ciminiera di ben 12 metri che sorgerà a pochi passi da agriturismi, campo sportivo e coltivazioni, senza contare l'impatto ambientale.

L'Amministrazione non si è ancora espressa sul progetto in questione. C'è un mese di tempo dalla consegna della proposta per dire sì o no. In questo caso il tempo finisce sabato 9 settembre. Intanto fino ad oggi, come ci conferma un membro della Consulta, sono state raccolta circa un centinaio di osservazioni, che manifestano in forma scritta la propria contrarietà. Sabato 9 settembre si riunirà di nuovo la Consulta per l'Ambiente. Lunedì 11 verrà invece convocata la conferenza dei servizi, dove tutte le parti in causa sono chiamate a partecipare. 

Cosa succederà? 

Pubblicato il 6 settembre 2017

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