Una grande festa per celebrare i primi trent'anni del Liceo Classico 'A. Volta', un'istituzione in Val d'Elsa
«Abbiamo pensato di unire la ricorrenza con la Notte Nazionale dei licei classici - spiega il preside Luca Guerranti -, che per una serata, in cui contemporaneamente si svolgeranno svariate performances, unisce idealmente più di quattrocento scuole di tutta Italia. Ripercorreremo insieme i momenti più significativi e agli insegnanti che sono e sono stai l’anima e il cuore di questo liceo. Sono 135 i nostri studenti, molto numerosi anche negli ultimi anni, che provengono non solo dalla Val d’Elsa, ma persino dall'area fiorentina e da Siena»
Il Liceo Classico 'Alessandro Volta' di Colle di Val d'Elsa compie trent'anni. Un traguardo che non può passare inosservato e che verrà celebrato venerdì prossimo, 11 gennaio, nell’ambito della quinta edizione della Notte Nazionale del Liceo Classico. L’appuntamento è alle ore 19.00 nell’aula magna intitolata all’ex preside Otello Marchetti per una grande festa, alla quale si prevede la partecipazione di circa 300 persone registrando il tutto esaurito: studenti, ex studenti, docenti, ex docenti e tutti coloro che hanno contribuito in questi anni. Quasi tutte le classi di questi trent'anni avranno un loro rappresentante. Alcuni di loro oggi sono insegnanti, o addirittura genitori di attuali allievi.
«Abbiamo pensato di unire la ricorrenza con la Notte Nazionale dei licei classici - spiega il preside Luca Guerranti -, che per una serata, in cui contemporaneamente si svolgeranno svariate performances, unisce idealmente più di quattrocento scuole di tutta Italia. Ripercorreremo insieme i momenti più significativi e agli insegnanti che sono e sono stai l’anima e il cuore di questo liceo. Sono 135 i nostri studenti, molto numerosi anche negli ultimi anni, che provengono non solo dalla Val d’Elsa, ma persino dall’area fiorentina e da Siena. La nostra è una scuola che prepara a tutte le Università, con particolare attenzione alle materie umanistiche, e che rappresenta un buon servizio per il nostro territorio».
Il programma della serata prevede una prima parte di racconto, anche istituzionale, con le foto di classe, degli spettacoli teatrali, di qualche viaggio in Grecia (i tratti distintivi dell’esperienza scolastica) e una seconda parte, dopo il buffet e la cerimonia della torta, un po’ più goliardica. Ci sarà anche uno spettacolo, un racconto in canzone della fine della Repubblica Romana: dal tentativo insurrezionale di Catilina, per sommi capi, fino alla morte di Cesare con un annuncio del futuro con Ottaviano. Le canzoni saranno quelle della tradizione pop sanremese, con testi che sono rigenerati con un’attenzione ai fatti storici, interpretate dagli studenti del classico con alcuni dello scientifico e anche da ex allievi. La trama, che descrive una stagione furibonda di guerre e di azioni feroci, racchiude in sé un messaggio di pace.
Il vicepreside, il prof. Paolo Zanieri, insegna al liceo classico da 26 anni, di cui 25 consecutivi, dopo esser entrato di ruolo nel ’93. È stato uno dei primi, insieme a Dario Ceccherini, Sandra Lanfredini, Cecilia Guerranti, Patrizia Del Lungo e Sandro Biotti. È proprio lui a raccontarci impressioni e ricordi di questi trent’anni, di com’è nata la sezione classica al Volta, quando c’era già da tempo quella scientifica, di come questa e i ragazzi siano cambiati nel tempo. «Rispetto ad altri licei e ad altre scuole della provincia, dove c'era già una tradizione radicata, qui si faceva fatica a far partire il classico, perché era considerata un po' una scuola d'élite», spiega.
La prima idea di istituzione di una sezione di Liceo Classico era stata proposta a Poggibonsi, ma fu l'Amministrazione di Colle ad accoglierla alla fine degli anni Ottanta. «Fin da subito ho riscontrato nei ragazzi grande entusiasmo - dice il prof. Zanieri - Avevo insegnato due anni a Siena e un anno a Montepulciano e quello che ho trovato qui è stata una grande voglia di riscatto. Ricordo una forte presenza femminile (e c'è ancora, doppio riscatto) e parecchi pendolari anche da Certaldo e Tavarnelle. Il fatto che non ci fosse una tradizione condizionante, però, è stato in un certo senso un vantaggio, perché ha consentito che si potessero tentare altre strade, altre idee».
Sono molte infatti le attività che caratterizzano l’offerta didattica e che mirano a coinvolgere e incuriosire sempre di più gli studenti: i viaggi estivi in Grecia, il laboratorio umanistico multimediale, il teatro tragico, il progetto di Erasmus+ eTwinning, l’educazione alla legalità con l’adesione a Libera contro le mafie (il liceo Volta è non a caso uno dei costituenti del presidio valdelsano), le gite con il professore di Scienze in Casentino, le presentazioni di libri. Sono tanti gli ex studenti che continuano a partecipare ad alcune iniziative, perché evidentemente restano nel loro codice anche quando intraprendono gli studi universitari o un percorso lavorativo.
«In generale i ragazzi di oggi sono più distratti, più fragili, con più difficoltà a concentrarsi - prosegue, facendo un confronto col passato - C’è tendenzialmente una perdita della memoria, ci si concentra soprattutto sull’oggi. La difficoltà è quella di portare i ragazzi a un livello di astrazione maggiore e bisogna partire da situazioni concrete che diventano occasioni di approfondimento, curiosità, domande. Dare uno spaccato di ciò che è successo prima e approfondire la lingua (studiare latino e greco aumenta curiosità verso l’etimologia e il significato delle parole) dà un contenuto a quello che oggi può essere solo un gioco, come per esempio Twitter o Instagram. Contemporaneamente è una salvaguardia anche per la paura del diverso, perché confrontarsi con un mondo che è molto lontano da noi, anche se rappresenta le nostre radici culturali, abitua i ragazzi a capire la distanza e la differenza. Oggi la si misura su un piano geografico, nello studio si vede da un punto di vista diacronico, storico. Quindi imparare a raffrontarsi con culture diverse del passato aiuta a capire anche l’oggi. È un scuola in cui si impara a imparare».
Un elemento fondamentale è il lavoro di squadra degli insegnanti. «C’è questa voglia di fare anche perché si è dovuto faticare per costruire quello che siamo diventati - conclude il vicepreside - ed è rimasta l’idea di rimanere al passo coi tempi, con le sfide. Anche per questa festa tra i professori c’è chi prepara la sangria, chi si occupa dei vestiti o dell’allestimento dell’aula magna».
Alessandra Angioletti
Pubblicato il 9 gennaio 2019