Una nuova opera di Antony Gormley a Poggibonsi. Cristiani: «L'arte ci rende liberi»

Antony Gormley, a cui è stata conferita la cittadinanza onoraria di Poggibonsi nel 2012, è l'artista del progetto “Fai spazio, pendi posto”, quello dei cosiddetti “omini di ferro”, sette sculture di ferro in pixel, modellate su altrettante persone e che si trovano in vari luoghi della città. Il progetto è stato realizzato nell'ambito della nona edizione di Arte all'Arte promossa dall'associazione Arte Continua. Successivamente l'artista ha donato le opere alla città

 
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«Grazie a Antony Gormley, bentornato a Poggibonsi! Ci fa molto piacere questa visita. E’ la visita non solo di un artista apprezzato nel mondo, ma di un nostro concittadino, perché ci ricordiamo bene della cittadinanza conferita dopo un rapporto che si era strutturato per il suo contributo durato qualche mese che ha coinvolto la nostra città». Con queste parole il sindaco David Bussagli ha salutato ieri mattina uno dei più noti scultori internazionali, un grande artista di fama mondiale che ha donato alla città valdelsana un’opera realizzata per Mario Cristiani, cittadino poggibonsese e presidente dell'associazione Arte Continua di San Gimignano. La scultura è posizionata su un tetto di Piazza Nagy.

Antony Gormley, a cui è stata conferita la cittadinanza onoraria di Poggibonsi nel 2012, è l'artista del progetto “Fai spazio, pendi posto”, quello dei cosiddetti “omini di ferro”, sette sculture di ferro in pixel, modellate su altrettante persone e che si trovano in vari luoghi della città. Il progetto è stato realizzato nell'ambito della nona edizione di Arte all'Arte promossa dall'associazione Arte Continua. Successivamente l'artista ha donato le opere alla città.

«Abbiamo necessità di continuare a riflettere sulle trasformazioni, continuare a creare spazi di discussione e penso – aggiunge il primo cittadino rivolgendosi a Mario Cristiani - e spero che tu voglia accompagnare questa necessità con un lavoro che deve essere ripreso, attraverso il contributo degli artisti che vorrai avvicinare alla nostra città. Grazie davvero di cuore per quello che hai fatto, per quello che stai facendo e per quello che farai per Poggibonsi».

L'idea della scultura è nata in un momento goliardico, da una foto di Antony che immortalava Mario affacciato dalla terrazza sotto la quale stava una folla di fan in attesa di Johnny Hallyday, famoso cantante francese scomparso due anni fa.

«Quello che prosegue oggi è un percorso cominciato con "Arte all’Arte", insieme ad altri amici che sono anche della Galleria Continua, Maurizio Rigillo e Lorenzo Fiaschi - spiega Mario -. Con loro fondammo nel 1990, insieme alla Galleria, l’Associazione Arte Continua perché pensavamo che un’impresa commerciale che aveva anche un impatto culturale doveva preoccuparsi di fare un’attività sociale. Come dice Aldo, ci sono le persone che dicono “Perché?” e altre che dicono “Perché no?” e noi tre andiamo nella direzione del “Perché no?” e così è nato il lavoro che abbiamo fatto a San Gimignano e in Cina, in Francia e a Cuba e che per dieci anni abbiamo realizzato a Poggibonsi, ma anche tra Montalcino e San Gimignano. C’è tutto un discorso tra città e campagna, tra la comunità internazionale, che qui Antony ben rappresenta, e la comunità locale. La città di Poggibonsi è una città ordinaria in qualche modo, come tante altre, ma, vedendo l’esempio di San Gimignano, è l’arte che l’ha resa così unica. L’arte è una meta, l’arte dà l’identità, dà il senso e anche la direzione alle generazioni che seguono».

«Per me è molto che bello che, quando Antony ha deciso di farmi questo incredibile regalo, sia nata l’idea di posizionarlo “nell’aria”, in un posto sospeso, alla vista degli uomini ma anche degli uccelli o di altri esseri - ha concluso -. È proprio l’idea della libertà che è importante. Per questo sono felice che in questa comunità quest’idea sia preservata, stimolata e incoraggiata, è una cosa che non dobbiamo perdere. Dobbiamo stare attenti però perché la libertà non è mai gratis e non è mai garantita e sicuramente l’arte è la forma più diretta e più importante per salvaguardarla. Viviamo in tempi secondo me non proprio simpatici, per questo ci tengo a fare questo appello: l’arte ci rende liberi. Questa è la nostra identità, è importante che la difendiamo».

 

Alessandra Angioletti

Pubblicato il 25 febbraio 2019

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