Val d'Elsa, arrestate due persone per aver fatto sfigurare il genero con l'acido
Tutto è cominciato quando la coppia di neosposi viveva ancora a Marcialla, nel comune di Certaldo. Qui i suoceri, anche se ormai separati, hanno dato il via a una serie interminabile di maltrattamenti, minacce e stalking. La scritta sulla fiancata dell'auto rossa, le offese inviate su Facebook attraverso profili falsi e le zampe di un animale morto sono solo alcuni degli espliciti avvertimenti. La paura ha spinto la figlia a cambiare cognome, a non volere più alcun contatto coi genitori e a trasferirsi col compagno a San Gimignano
L'hanno chiamata indagine "Cutis", per i danni permanenti riportati sulla faccia dalla vittima, un 48enne pasticcere, sfregiato in due occasioni con l'acido. I mandanti delle aggressioni, secondo quanto ricostruito dalle autorità, sembrano essere i suoceri, Isabella Concialdi (classe 1972) e Pino Costantino Commodari (classe 1964), rispettivamente della provincia di Catania, ma residente in Val d'Elsa, e di Locri (Reggio Calabria). Sull'uomo di origini calabre gravano parecchi precedenti, tra cui quello di omicidio, scontato in parte alla casa circondariale di Ranza, a San Gimignano. I due non accettavano il genero, marito di 27 anni più grande della figlia poco più che ventenne.
Il colonnello del Comando Provinciale di Siena Michele Mario Tamponi e il maggiore della Compagnia dei Carabinieri di Poggibonsi Sergio Turini, hanno illustrato stamattina in una conferenza stampa i dettagli delle indagini, condotte insieme alla Procura di Firenze.
Tutto è cominciato quando la coppia di neosposi viveva ancora a Marcialla, nel comune di Certaldo. Qui i suoceri, anche se ormai separati, pare che abbiano dato il via a una serie interminabile di maltrattamenti, minacce e stalking. La scritta sulla fiancata dell'auto rossa, le offese inviate su Facebook attraverso profili falsi e le zampe di un animale morto sono solo alcuni degli espliciti avvertimenti. La paura ha spinto la figlia a cambiare cognome, a non volere più alcun contatto coi genitori e a trasferirsi col compagno a San Gimignano. Ma i due non hanno mollato e così, il 23 febbraio scorso, hanno assoldato qualcuno per aggredirlo. Un uomo gli si è affiancato infatti con la macchina in una strada isolata, in località Fugnano, e gli ha lanciato nel viso dell'acido gridandogli "pedofilo".
Il genero, ferito in maniera lieve, ha convinto allora la moglie a spostarsi nuovamente, stavolta a Torino, dove avevano degli amici e dove però abita anche il padre della ragazza. Nella città piemontese, in una via decentrata, mentre stava andando a comprare il pane, il 48enne è stato nuovamente aggredito, riportando in questo caso danni permanenti al volto. E' successo il 19 aprile, proprio il giorno dopo aver ricevuto l'ennesima minaccia sui social "i pedofili si sciolgono nell'acido". A salvarlo una vicina fontanella di acqua, a cui si è precipitato velocemente per lavarsi bene il viso. Le analisi del liquido rinvenuto nella bottiglietta confermano che si trattava di acido. I due sono tornati quindi in Val d'Elsa per sporgere una nuove denuncia ai Carbinieri di Poggibonsi, che hanno raccolto nel giro di poco tempo prove sufficienti per far finire in manette i mandanti: lei a Sollicciano a Firenze, lui alle Vallette a Torino.
I militari stanno ancora indagando per individuare invece gli esecutori delle aggressioni. Ipotizzano che, se non fossero intervenuti, i danni avrebbero potuto essere ben più seri.
Alessandra Angioletti
Pubblicato il 11 maggio 2018