Vi portiamo ''dentro'' il Carnevale di Viareggio

Vi portiamo alla Cittadella del Carnevale, dove quei giganteschi carri prendono forma

 CARNEVALE DI VIAREGGIO
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Il Carnevale, gioia di grandi e soprattutto piccini, è il momento in cui la maschera è lecita metterla e tutti si sentono liberi di mostrare senza riserve ciò che realmente sono. Cadono i pregiudizi, gli usi e i costumi convenzionali che nella quotidianità si è soliti “indossare”. E allora via libera allo sfogo, sobrio, eccentrico, allegro o triste che sia: forse il Carnevale è bello anche per questo.

E' conosciuta ovunque l’amata Viareggio, terra e mare della nostra Toscana, dalla bella epoque, al “sogno di primavera” che i nostri nonni solevano citare. Attraggono la costa, le spiagge, la cucina con il fritto di paranza, lo “struscio” in passeggiata e la vita piacevolmente soleggiata con la lieve brezza che accarezza il volto.

E poi... i corsi allegorici del Carnevale, con gli enormi carri e la gara a chi vincerà quest’anno. Assieme al Carnevale di Venezia è il più famoso in Italia e da quest’ultimo si differenzia enormemente per lo stile dell’evento, composto, elegante, sobrio il primo, coinvolgente, frizzante, visivamente emozionante il secondo.

Da tutta Italia giungono miriadi di visitatori ogni anno, si stima circa 80.000 a corso, in questo periodo... ma, cosa c’è dietro quelle belle domeniche di sfilata dei carri allegorici?

Viaggio nel Carnevale di Viareggio

Vi portiamo alla Cittadella del Carnevale, dove quei giganteschi carri prendono forma.

Un lavoro certosino che dura quasi tutto l’anno precede quelle giornate di “uscita”: la scelta dei temi a cui i disegnatori si devono ispirare per la realizzazione dei carri e la divisione in categorie degli stessi, la Canzone del Carnevale, i bozzetti, alla realizzazione dei carri di cartapesta, i gruppi di figuranti che ci salgono sopra e a volte precedono con danze e coreografie il carro scelto, i fuochi artificiali, le bande musicali e molto altro ancora.

Immancabile risuona tra le vie della passeggiata la famosa “Sù la coppa di champagne” che saluta il Carnevale che rumore e che follia... come dice la dolce canzone, oppure la dolce melodia di:

come un coriandolo”, vorrei poter volare insieme a te
e in ogni angolo scoprir la gioia e la magia che c’è
Se in una maschera puoi ritrovare un senso ai tuoi perché
quel viso d’angelo vorrei che somigliasse un poco a te
Vola coriandolo, vuol dir che in fondo musica ce n’è

...e riempie gli animi anche di romanticismo, semmai l’allegria non fosse sufficiente. Sì, perché a Viareggio si tiene una gara canora che ogni anno (salvo restrizioni da emergenze pandemiche) incorona la canzone vincitrice.

Le maschere tra balli e sfilate

Ondina e Burlamacco, maschere simbolo del carnevale della città, fanno da padrone ma per le vie si può vedere qualsiasi tipo di travestimento, dai più classici ai più fantasiosi.

Già alcuni mesi prima della data di inizio tanti viareggini e molti versiliesi si ritrovano in gruppo alla Cittadella per le prove: si possono vedere gruppi di persone intente a dare il meglio di sé con prove di ballo in una sinfonia armonica, che poi esplode nella sfilata. Ma ci sono anche tanti che sono addetti a far muovere i grandi carri, spostano gli enormi animali, o personaggi politici, o missili (e chi più ne ha più ne metta), e anche gli importantissimi carristi, che con il loro trattore fanno avanzare i carri e che senza di loro tutto si fermerebbe.

Insomma, tante sono le persone coinvolte nel bellissimo spettacolo che poi ci delizia gli occhi e la giornata.

Come nascono i carri allegorici

I mastodontici carri allegorici che sfilano tra febbraio e marzo in Passeggiata vengono ideati e creati negli hangar della Cittadella del Carnevale a Viareggio, che si trova al confine tra Viareggio e Lido di Camaiore. Durante tutto l’anno, questi artigiani viareggini disegnano, immaginano, sperimentano nuove idee per i carri, fino ad arrivare al grande giorno dell’inizio del corso mascherato, segnato dai famosi 3 colpi di cannone.

Nel periodo dei corsi, i grandi cancelli della Cittadella si aprono al pubblico, permettendo ai curiosi visitatori di assistere ai lavori di manutenzione e anche di porre alcune domande sulla tecnica della lavorazione della cartapesta, che i carristi si tramandano da generazioni. Questi straordinari scultori traggono le loro ispirazioni dall’attualità, da Internet, da ciò che sentono più vicino a loro. La realizzazione dei carri prevede una lunga fase di assemblaggio, che viene realizzato con strumenti semplici: i modelli vengono realizzati in creta e gesso, con uno scheletro in metallo che sorregge la struttura, mentre la cartapesta si realizza con fogli di giornale, acqua e farina. In questa fase si cerca anche di riciclare il più possibile i materiali usati negli anni precedenti, così che il braccio puntato di un politico, per esempio, possa trasformarsi nel raggio di una bicicletta.

Il ritorno della festa dopo lo stop causa covid

Il Carnevale si caratterizza come una festa religiosa, facendo riferimento all’attesa della Quaresima, ma ancor prima del cristianesimo il Carnevale era assimilato alla festa della fine dell’inverno, alla rinascita con la primavera. Il Carnevale vuol dire speranza e gioia dopo un periodo buio, perciò quale momento migliore per festeggiare?

Il Covid-19 è stato l’unico in grado di fermare il corso mascherato per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale. Quest’anno il Carnevale torna a partire da domenica 20 febbraio fino a sabato 12 marzo. Vi raccomandiamo inoltre una visita in questo periodo negli hangar e vi lasciamo alla festa con un consiglio: pur essendo fantastici tutti, quello in notturna, con i carri illuminati è qualcosa da vedere almeno una volta nella vita ma avendone la possibilità, ci tornerete anche di nuovo.



Sara Balugani


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Pubblicato il 11 febbraio 2022

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